Turismo insostenibile anno 2021, era del covid, Liguria invasa, emergenza continua, nessuno pensa al futuro

Turismo, Liguria invasa, meno male che era praticamente irraggiungibile per il caos dei cantieri autostradali, provocati dai lavori urgenti di manutenzione. Dopo il disastro delle gestioni concessionarie, smascherato dalla tragedia del ponte Morandi.

Il bilancio finale di agosto da un punto di vista turistico dimostrerà che una delle aree più significative nel settore turistico è stata praticamente invasa. Con tassi di riempimento che non hanno precedenti. Alberghi, case, seconde terze che siano. Camping e altre strutture di ricezione a partire sulla costa dagi stabilimenti balneari. 

Altro che il pre Covid, che le stagioni 2018 e 2019, nelle quali il settore era in potente rialzo! L’estate 2021 sta polverizzando ogni record. E sfiora, per esempio, nel settore alberghiero, un 90 per cento di riempimento.

Le limitazioni ai viaggi all’estero ed anche una certa riduzione negli spostamenti tra regioni hanno riversato nelle regioni italiane turisticamente più ricettive (e più attraenti) flussi molto più consistenti.

Poi si sono registrati altri fenomeni come l’affitto delle seconde case da parte dei proprietari nei periodi nei quali non le usano. Abito la mia villetta in agosto per quindici giorni, ma negli altri periodi della lunga estate italiana l’affitto. E ci faccio un bel gruzzolo.

Non solo questa amplificazione dell’offerta ha moltiplicato gli arrivi, dilatando anche i tempi della stagione tradizionale. Ma pure un abbastanza incontrollato aumento degli ospiti nelle case ben al di là delle capienza standard di posti letto. Solo così si spiega il boom di presenze, calcolabile a occhio nudo nel quotidiano traffico sulle spiagge, nei centro storici e sopratutto nei locali pubblici, dove la esponenziale estensione dei dehors ha moltiplicato il numero dei coperti o dei tavoli.

Turismo boom, prenotare il ristorante con largo anticipo

In molti ristoranti della costa ligure da mesi è necessario prenotare con settimane di anticipo, cene e pranzi, altrimenti chi va a caccia di un tavolo rischia di restare per tutta la serata in giro senza trovare una soluzione. Per non parlare dei posteggi che non reggono l’invasione e sono insufficienti sempre a ospitare l’assalto.

La carenza di una programmazione pesa in questo senso da decenni, come quella delle vie di comunicazione, di autostrade che risalgono a decenni fa, di strade alternative, di bretelle mai costruite, non solo, mai progettate.

Così la Liguria si trova veramente travolta, incapace di accogliere e strangolata da una folla anche pericolosa per i tempi che viviamo. Non è più un tema di assembramenti o di mascherine o di green pass da esibire. La folla travolge tutto, polverizza i distanziamenti sulle spiagge, nei locali all’aperto, nelle code chilometriche davanti alle gelaterie. E’ una specie di ondata, che avrà pure le sue ragioni emotive nei lunghi mesi di costrizioni dello scorso autunno-inverno-primavera, ma che si alza sempre più alta e dimostra il deficit colossale di accoglienza.

Turismo allargato dallo smart working

Se questa tendenza di una fase complicata tra vaccinazioni, varianti in agguato ma non incombenti, nuove forme di abitazione ed anche di lavoro con lo smart working, diffuso a stecca, continuerà, si dovrà riflettere a lungo su come organizzare la vita “turistica”, se vogliamo chiamarla così.

Chi ci pensa, chi programma? In questo momento non certo le cosiddette istituzioni, come la Regione preoccupata di completare la fase vaccinale. Né i Comuni alle prese con emergenze quotidiane tassative nel bilanciamento tra afflussi imprevisti. Carichi enormi per gli smaltimenti dei rifiuti. Assistenza sanitaria generica di pronto intervento su territori dove non trova neppure un ambulatorio, un dentista in servizio….

L’invasione trova di fronte a sé, quindi, territori totalmente impreparati che nella proiezione di una stabilizzazione del fenomeno non possono che cambiare politica. Programmare, decidere, investire. Un problema colossale per aree abituate a farsi “usare” da un turismo che era, appunto, un po’ “usa e getta”, oggi arrivo, domani non lo so.

Se domani sarà come oggi, come le ultime due estati, i territori di accoglienza, la Liguria, per esempio, stretta tra la costa e il mare, dovrà costruire nuovi più accessibili collegamenti (non è possibile arrivare da Milano in cinque-sei ore), migliorare la rete ferroviaria, costruire nuove autostrade, come la tanto auspicata Albenga-Predosa, finalmente giunta a una progettazione, risolvere il problema dei posteggi insufficienti ovunque, migliorare i servizi in generale e curare la qualità delle proposte di intrattenimento di un pubblico che non si può limitare all’ombrellone sulla spiaggia e al cono gelato a passeggio….

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