Tra le notizie ufficialmente comunicate: si va ad istituire a Palazzo Chigi Osservatorio Prezzi a difesa (evidentemente difesa a futura memoria) del potere di acquisto dei redditi, soprattutto quelli fissi. Tutt’altro che fissi sono i prezzi al consumo, si muovono così tanto e veloce che l’Osservatorio non dovrà ammazzarsi di lavoro. Quando siederà, l’Osservatorio troverà il lavoro già fatto.
In realtà non c’è da scrutare e indagare proprio nulla. Nel senso che moltissimo, se non tutto, è già evidente, manifesto, acclarato, vissuto. Talmente già vissuto che l’annuncio dell’istituendo Osservatorio Prezzi appare, anzi è pateticamente tardivo. Nei mercati, nei super mercati, nei negozi di vicinato e anche nelle rilevazioni prezzi su base statistica i prezzi di frutta e verdura sono aumentati di circa il 50 per cento. Più la frutta che la verdura. Comunque aumento generalizzato e indiscriminato, veloce come se comandato da algoritmo apposito.
L’algoritmo dello inzuppa il pane
Anche nei guai, anche nel latte dei guai c’è pane da inzuppare. Basta avercelo in mano il pane, cioè la facoltà di fare il prezzo. In quel più 50 per cento del prezzo di ciliegie o albicocche c’è di sicuro un dieci per cento imputabile ad inflazione trascinata per così dire nel comparto ortofrutta. E poi c’è di sicuro un 20 per cento imputabile a relativa scarsità o minor disponibilità dei prodotti agro alimentari dovuta ai danni massicci dell’alluvione in Romagna. Ma un altro 20 per cento di aumento dei prezzi viene dall’algoritmo culturale e imprenditoriale delle filiere distribuzione e commercio.
Algoritmo impostato su una sorta di comando per così dire pavloviano, cioè istintivamente fisso. Eccolo: se c’è una ragione oggettiva di aumentare il prezzo della mia merce, questa è l’occasione per metterci sopra altro aumento tutto soggettivo, quello del mio ulteriore guadagno per l’occasione. Dietro e dentro la spiegazione finto solidale con noi acquirenti che ogni commerciante di frutta e verdura oggi fornisce per l’aumento prezzo, dietro e dentro il suo lamentoso “aumenta tutto anche per noi”, dietro e dentro il suo spiegare della Romagna e del gasolio (il cui prezzo peraltro è da tempo calato non poco), dietro e dentro il suo rammaricarsi c’è un solerte darsi da fare per approfittare dell’occasione e metterci sull’inflazione e sull’alluvione il carico da undici…anzi da venti.