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Fuga di massa dal PD ligure: 30 dirigenti passano con Calenda, altra grana, scade la cassa per 90 dipendenti

Fuga  di massa dal Pd: 30 dirigenti liguri hanno sbattuto la porta e sono passati con Calenda; tra loro la candidata più votata in città (Cristina Lodi) e un consigliere regionale (Pippo Rossetti).

Voti che se ne vanno; e con le Europee all’orizzonte questo clamoroso esodo non è un bel segnale. È vero che al Nazareno non fanno una piega (all’apparenza) ma questa transumanza fa male. Non a caso l’ala riformista, da Guerrini a Fassino e da Alfieri a Picierno, è allarmata; pare abbia già chiesto una discussione interna.  Francamente è  il minimo.

E poi ci sono altre avvisaglie di migrazioni. Visto che è difficile al momento ipotizzare grosse incrinature elettorali nel blocco di Centrodestra da saccheggiare, il leader dii Azione ha messo nel mirino la “deriva gruppettara” schleiniana, certo che un pezzo significativo dell’apparato Pd “ne ha le palle piene“ (parole sue)  di questo andazzo. E diversamente  da quanto crede il suo ex alleato (ed ora arcinemico) Matteo Renzi che punta e crede nella frantumazione di Forza Italia una volta che si è dissolto l’effetto Berlusconi, Calenda batte la strada opposta.

Addirittura è convinto che il Pd si stia trasformando “in una grande SEL”, la sigla non memorabile del partitino post-Pci di vendoliana memoria. Si chiamava “ Sinistra Ecologia Libertà “ un partito legato agli ideali di socialdemocrazia e alle tematiche dell’ambientalismo; nel dicembre 2016 si è dissolto dopo soltanto 6 anni di vita.

PD IN CRISI, 90 ESUBERI DEL NAZARENO

Altra grana per la Elly Schlein, paladina dei lavoratori: sta per scadere la cassa integrazione di 90 dipendenti del PD. C’è l’ipotesi di riassorbirli negli staff dei gruppi parlamentari. Si vedrà. Intanto i cassa integrati dem si fanno sentire e si sfogano; a fine mese potrebbero rimanere senza lavoro. La CIG scadrà alla fine di settembre e da quel che si avverte, negli stessi ambienti vicini alla segretaria, domina il pessimismo.

La maggior parte dei dipendenti verrà lasciata a casa. Lo staff di Elly Schlein aggiunge:” Stiamo provando a non lasciare indietro nessuno.” Nel documento del tesoriere Michele Fina si legge che è intenzione del partito individuare accordi con le parti sociali per gestire l’esubero. Fina parla di “ uscite incentivate e non traumatiche”. In pratica il personale sull’orlo del baratro dovrà dare la disponibilità alla ricollocazione. A tal fine sono già stati promossi degli incontri.

Ad esempio i giornalisti e comunicatori in Cig vorrebbero essere assunti in Parlamento,  ma lo spazio non c’è a sufficienza in quanto la Schlein ha affidato la comunicazione a una società esterna, la “Lievito” di Francesco Nicodemo, ex uomo dei social di Matteo Renzi a Palazzo Chigi.

Gli eletti vicini alla leader ripetono che “Elly non c’entra nulla con la situazione dei dipendenti “ e garantiscono che “sarà assicurato a tutti un ammortizzatore sociale “. Proprio il minimo sindacale.

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