Il Pdl non esiste più: ci mancava pure il fuori-onda

di Gennaro Malgieri
Pubblicato il 1 Dicembre 2009 - 20:35| Aggiornato il 21 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Ci mancava pure il “fuori onda” di Fini. Il Pdl non si fa mancare davvero nulla. Dopo il tira e molla di questi ultimi mesi tra i “fondatori”, le parole del presidente della Camera su Berlusconi non lasciano più spazio per già fantasiose quanto impossibili ricomposizioni sostanziali tra i due. Né sul piano politico, né su quello personale è pensabile che i rapporti si distendano.

Se poi all’ultima clamorosa rivelazione, risalente agli inizi di novembre, si aggiungono le innumerevoli esternazioni non proprio idilliache di entrambi, il quadro appare talmente fosco da far desistere perfino i più ottimisti dall’esperire qualsivoglia tentativo di ricondurre in un alveo di civile confronto i due leader.

Il Pdl, di fatto, non esiste più. E non potrà più esistere, neppure nelle forme che immaginavamo dovesse avere, per il semplice fatto che chi lo ha pensato, vale a dire Berlusconi insieme con lo scettico Fini (il quale fin dall’annuncio del “predellino” non aveva fatto mancare il suo sarcasmo nel giudicare l’estemporanea invenzione del Cavaliere), ormai non lo riconosce più.

Era nell’aria. Lo avevamo previsto, purtroppo, e la conferma non ci riempie di gioia. Un’occasione mancata, un’illusione ed una delusione per il popolo del centrodestra che soltanto un anno e mezzo fa diede alla formazione politica nata dalla “fagocitazione” di An da parte di Forza Italia (questa è la verità e chi sostiene il contrario mente sapendo di mentire), una clamorosa affermazione elettorale che fece dimenticare che i partiti non sono “cartelli”, ma soggetti politici viventi: nessuno dei soci fondatori, in verità, si diede da fare perché nascesse una vera e propria forza politica. Storia vecchia, ne abbiamo parlato tante volte. Resta il fatto che il Pdl non ha un avvenire perché si è giocato il presente.

Mentre la conta degli amici e dei nemici interni è già in stato avanzato, ci si chiede che cosa accadrà nei prossimi giorni. Malauguratamente nulla, poiché la situazione generale non consente che qualcosa accada. E’ paradossale, ma è così. In un altro Paese, nelle medesime condizioni, il partitone del Cavaliere non ci metterebbe niente a dichiarare esaurita l’esperienza ed ognuno prenderebbe la propria strada. Magari durerebbe l’alleanza per non consegnare l’Italia alla sinistra, ma la finzione del partito unico finirebbe.

Sinceramente ci attendiamo qualcosa, anche se disperiamo di vederla e restiamo in attesa dell’evoluzione di ciò che accadrà in Parlamento nelle prossime settimane quando votazioni importanti e dirimenti chiariranno (o dovrebbero chiarire) chi sta con chi. Non ci aspettiamo davvero che pletorici ed inutili organismi di vertice del Pdl chiariscano la situazione. Basta vedere come i cosiddetti finiani, dopo aver minacciato fiamme e fuoco, hanno votato all’unanimità nell’ufficio di presidenza, pochi giorni fa, il documento elaborato dai triumviri e proposto da Berlusconi stesso.

Ora l’aria si è fatta più pesante. Fini non può continuare ad esternare senza attendersi le reazioni berlusconiane. Berlusconi, oggettivamente accerchiato, si attenderebbe qualcosa di più dal suo stesso movimento anche se in cuor suo, se un po’ lo conosciamo, forse sta pensando di aver fatto una fesseria nell’immaginare e costruire un partito “personale” senz’anima, né motivazioni ideali, e dunque è consapevole di essere davvero nel cuore di una tormenta dagli esiti imprevedibili.

Consiglio non richiesto a Fini e Berlusconi che certamente lo disattenderanno: scioglietelo questo Pdl e liberatevi della prigione che vi siete costruiti. E poi prendete atto che il bipolarismo in Italia non esiste più. In Parlamento sono rappresentati sette partiti, oltre a gruppetti sparsi: fuori ce ne sono molti di più. E all’interno dei gruppi più consistenti si contano correnti che sono altrettanti partitini, dotate di riviste, fondazioni, centri culturali eccetera. Questa geografia politica rimanda ad un sistema bipolare, forse? E allora che senso ha questo accanimento a tenere in vita qualcosa che è già morto o che forse è nato soltanto come ipotesi?

Bizzarrie della politica. Mentre il Pdl si disfa parte la campagna per il tesseramento. Vien da pensare che chi lo guida viva su un altro pianeta. O, più semplicemente, non abbia il senso del ridicolo oltre che della cronaca (per non parlare della storia).