Imu, Tasi per pagare feste di Capodanno, sagre e sprechi dei Comuni

di Gennaro Malgieri
Pubblicato il 5 Gennaio 2014 - 08:29 OLTRE 6 MESI FA
Imu, Tasi per pagare feste di Capodanno, sagre e sprechi dei Comuni

Vi siete divertiti? Ora pagate la Tasi

Capodanno caro ci costi.  I Comuni e i loro Sindaci hanno sperperato soldi pubblici per le loro feste e poi ci predentano ilconto, sotto forma di tasse, vechie, nuove, rigenerate.

Ci hanno preso per i fondelli, ma non ci sorprende. La pessima considerazione che abbiamo della classe politica ci rende immuni: insomma, siamo preparati a tutto. Sapevamo, fin da quando se ne discuteva, che l’Imu cacciata via dalla porta principale sarebbe rientrata dalla finestra o dall’ingresso secondario. E, naturalmente, avrebbe avuto un altro nome.

Dopo aver avanzato suggestivi acronimi per farla dimenticare, il governo finalmente si è deciso: la nuova/vecchia tassa sulla casa si chiamerà Tasi. I comuni potranno aumentare, dunque, dal 2,5 per mille al 3,5 per mille l’imposta sui servizi indivisibili (illuminazione, polizia locale, ecc.), sulla prima casa, mentre sulla seconda abitazione avranno la facoltà di innalzarla dal 10,6 all’11,6 per mille. La ” sofferta” decisione si trova in un emendamento che ha abolito la seconda rata dell’Imu sulla prima casa per il 2013 ed il giorno della Befana, guarda caso, verrà approvata dal Parlamento.

Il governo, nella sua infinita bontà, mai è poi mai avrebbe voluto assumere una misura di questo genere, smentendo oltretutto se stesso e coglionando (si può dire?) i cittadini che avevano creduto a Letta e ad Alfano, oltre che a Berlusconi quando faceva il bravo sperando che tutti si ricordassero del suo “spirito di servizio”, a cominciare dal capo dello Stato così fortemente voluto per la seconda volta al Quirinale dal leader di Forza Italia.

L’esecutivo però é stato costretto al varo del provvedimento per “aiutare” quei derelitti di sindaci, che hanno raschiato il fondo del barile, a trovare almeno un miliardo e mezzo di euro per poter assicurare i servizi essenziali ai cittadini. Naturalmente tutto è bene quel che finisce bene.

La vicenda finisce addirittura nel “misticismo”. Infatti i denari che finiranno nelle casse comunali dovranno in parte essere utilizzati per detrazioni in favore delle famiglie povere: questo prevede l’emendamento che reintroduce l’Imu, ci fa pagare più di quanto pagavamo prima e va ad assommarsi ai rincari della luce, del gas dei pedaggi autostradali ed alle rivalutazioni (sempre da parte dei comuni) di terreni e fabbricati (sui cui applicare aliquote maggiori, anche se non danno redditi) in molti casi effettuate in maniera “presunta”, come sfacciatamente viene comunicato ai tremebondi cittadini che in questi giorni ricevono via raccomandata la funesta novella.

Certo, costa mantenere le burocrazie comunali (spesso frutto di assunzioni clientelari), così come quelle regionali e provinciali. Dunque, se lo Stato non può dal luogo ai “trasferimenti” di risorse agli enti locali perché sta con le pezze al sedere, questi devono organizzarsi così come il governo centrale si organizza vessando i contribuenti nei modi e nelle misure che sappiamo.

I comuni devono vivere comunque, è chiaro. Ma qualcuno ha chiesto conto e ragione alle amministrazioni degli stessi dei molti soldi spesi per far divertire (si fa per dire) la gente la notte di Capodanno allestendo spettacoli costosissimi (soprattutto in alcune città), luminarie, giochi e cotillons? da dove sono venuti fuori gli euro per pagare cantanti, ballerine e sciamannati travestiti da comici o artisti vari per far fare il veglione gratis a chi voleva strapazzarsi in piazza nell’augurare il benvenuto al nuovo anno?

I sindaci, in un Paese serio (cioè non l’Italia) risponderebbero quanto meno davanti alla Corte dei Conti dei veri e propri abusi commessi a puro scopo propagandistico adoperando le poche risorse finanziarie di cui dispongono per far cantare, ballare e suonare i loro concittadini gratuitamente. Così dovrebbero giustificare le pazze spese per mettere in piedi sagre orribili ed i utili pur di soddisfare la libidine godereccia dei loro “sudditi” i quali, almeno per una sera di baldoria, gli saranno grati, salvo svegliarsi il giorno dopo e scoprire di aver pagato caro e amaro quel conto che dovrebbero pagare gli amministratori.

È assurdo. È ignobile. È italiano.