Brexit, tutta colpa di Corbyn: sinistra che cerca la sconfitta

Brexit, tutta colpa di Jeremy Corbyn: sinistra che cerca la sconfitta
Brexit, tutta colpa di Corbyn: sinistra che cerca la sconfitta (nella foto Ansa, Jeremy Corbyn)

PARIGI – I risultati lasciano poco spazio ai dubbi : i britannici hanno deciso di uscire dall’Unione europea senza se e senza ma. Il demagogo Boris Johnson, con la semplicità delle sue sciocchezze, ha vinto a man bassa. Una scelta che non può che suscitare tristezza : malgrado tutte le incongruenze della sua presenza in Europa, l’uscita della Gran Bretagna sarà un trauma. Non solo economico. Ma il trionfo di Johnson è anche un severo avvertimento per tutte le democrazie parlamentari. Due anni e mezzo fa, il 23 giugno 2016, il 51,9 per cento dei britannici aveva votato in favore della Brexit. Quando si chiede al popolo sovrano di pronunciarsi, si devono ammettere anche le sconfitte.

Ed è proprio quel che non ha fatto il parlamento britannico per quasi trenta mesi. I deputati, maggioritariamente contrari a lasciare l’Ue, si sono accapigliati senza cavare un ragno da un buco. Cioè senza mai trovare una maggioranza in grado di fare una proposta per un’uscita ordinata o per un nuovo voto. Il Labour, lasciato sciaguratamente in mano a Jeremy Corbyn, è stato incapace di assumere una posizione chiara, lacerato tra un elettorato euroscettico e parlamentari filo-europei. I liberaldemocratici contano poco, soprattutto con la legge elettorale tagliagola che caratterizza il sistema britannico. Tutti gli altri sono marginali a livello nazionale (gli scozzesi pesano poco demograficamente, meno di 5,5 milioni su 66,5). Di fronte all’impotenza del parlamento, i britannici hanno dato una risposta di una chiarezza cristallina.

Trovo che sia la peggior risposta possibile e molti europei la pensano senz’altro come me. Ma la scelta semplicistica e l’assegno in bianco dato a Boris Johnson sono anche la risposta all’incapacità della classe politica a trovare una soluzione alternativa. Laburisti, liberaldemocratici, scozzesi e conservatori filo- europei non sono stati capaci di trovare un minimo comun denominatore, Corbyn ne è probabilmente il maggior responsabile. Purtroppo, il voto britannico è un severo ammonimento per tutti noi : quando la democrazia rappresentativa è incapace di trovare risposte a problemi non facili, che chiedono compromessi in nome della ragione, l’elettorato scioglie il nodo. E va dietro a chi fa la proposta più chiara e più semplice. La scelta della Brexit era per sua natura complessa : non avendo saputo trovare una risposta credibile e maggioritaria, la classe politica filo-europea è naufragata nel mare della demagogia di Boris Johnson.

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