Coronavirus, i francesi non ci credono, Macron chiude tutto. Ma non le elezioni

di Giampiero Martinotti
Pubblicato il 15 Marzo 2020 - 08:23 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus, i francesi non ci credono, Macron chiude tutto. Ma non le elezioni

Coronavirus, i francesi non ci credono, Macron (nella foto Ansa) chiude tutto. Ma non le elezioni

PARIGI – I francesi sono troppo indisciplinati, per questo la chiusura totale è l’unica strada per fronteggiare il Covid19

Sono bastate meno di quarantott’ore a Emmanuel Macron e al suo primo ministro per rendersi conto che la sola chiusura delle scuole e l’invito a rispettare le regole di base per combattere il virus non sarebbero bastate.

“Stamani – ha detto il capo del governo, Edouard Philippe – quando sono uscito ho visto quello che tutti voi avete visto: caffè e ristoranti erano pieni, come se niente fosse”. 

Da qui la decisione di chiudere tutto. Troppo viziati dall’edonismo di massa, noi occidentali (e i latini forse ancor più) siamo incapaci di accettare anche piccoli sacrifici.

Giovedì sera, Macron aveva costruito il suo appello ai francesi e l’annuncio delle prime misure su due postulati.

Il primo, che resta valido, era la convinzione di avere a disposizione una struttura statale e un sistema sanitario in grado di rispondere all’emergenza: una catena di comando verticale e una qualità del personale ospedaliero di primissima categoria. 

Ma non aveva fatto i conti con l’elemento umano, con due reazioni al contempo naturali, stupide e spontaneee. 

La prima è l’alzata di spalle, l’incapacità di credere all’esistenza di un nemico invisibile. La seconda è il voler negare la possibilità di essere colpiti da un virus che in alcuni casi, per fortuna molto limitati, può essere letale. Detto in altri termini, ammettere di essere mortali, soprattutto quando si è giovani e non si è mai conosciuta la guerra. 

Siamo in occidente, in democrazia, e adesso ci rendiamo conto che far capire certe cose è davvero difficile, il che non significa lodare i regimi autoritari o dittatoriali.

E’ per questo che anche Macron ha dovuto arrendersi e decidere la chiusura totale delle attività commerciali, escluse quelle essenziali. 

I francesi hanno spesso il vizio di criticare molto lo Stato e di farvi ricorso al minimo problema. 

Ma in casi come questo, lo Stato e la sua efficienza non bastano. 

In meno di quarantott’ore, Macron e Philippe hanno reagito con una misura indispensabile. 

Resteranno invece aperti, in tutto il paese, i seggi elettorali per il primo turno delle comunali. 

Le opposizioni si erano dette contrarie a un rinvio. Ma in questa situazione, il voto rischia di essere un simulacro di democrazia.