Dalla Francia monta la marea Le Pen, il giornalista non la vede ma ci travolgerà

PARIGI – Ogni volta che François Fillon pensa di riuscire a togliersi di dosso le inchieste giornalistiche, il Canard Enchaîné lo impallina. Ogni volta, le sue dichiarazioni sembrano in ritardo. Fillon è un uomo braccato, inseguito, più che dai fantasmi, dalla realtà del suo passato. Che sarà anche legale, come lui dice, ma che nella testa degli elettori assomiglia sempre più a un accumulo di disinvoltura, omissioni e bugie.

Nessuno sa quanto durerà il calvario di Fillon, né se finirà con la discesa agli inferi o un’inattesa resurrezione. Per il momento, sappiamo solo che la sua caduta avvantaggia, secondo i sondaggi, Emmanuel Macron e Marine Le Pen. Ma niente è fissato : le scosse di terremoto che da mesi scuotono il paesaggio politico francese hanno già fatto vittime illustri come François Hollande, Alain Juppé e Nicolas Sarkozy. Proprio per questo mi pare difficile, purtroppo, condividere il cauto ottimismo di Aldo Cazzullo, che sul Corriere del 1° febbraio ha definito « improbabile » la vittoria di Marine Le Pen.

Gli consiglio di andarsi a leggere (o rileggere) una delle Istantanee di Claudio Magris, pubblicate da La nave di Teseo. E’ datata 5 novembre 2009, vent’anni dopo la caduta del Muro: «Siamo quasi tutti ciechi conservatori, riluttanti o comunque incapaci di credere che le cose possano cambiare. Scambiamo la realtà, in cui siamo abituati a vivere, per la natura, per un ordine di cose che sarebbe magari augurabile ma ingenuo sperare di mutare. Scambiamo la facciata del reale per l’unica realtà possibile, definitiva, senza avvertire ciò che sempre e incessantemente preme dietro di essa e di continuo la cambia – ora lentamente, quasi inavvertitamente, ora in misura eclatante. Non sentiamo il tarlo che rode il legno, non ci accorgiamo della crisalide che diventerà farfalla, non percepiamo l’intasarsi delle arterie della Storia». Un discorso che vale ancor più per noi giornalisti, sempre meno capaci di interpretare le società in cui viviamo. La Francia del 2017 ne è un esempio.

(Nella foto Ansa, Marine Le Pen)

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