Euro, svolta tedesca, Angela Merkel lo difende, bacchetta giudici e sovranisti

PARIGI – « Non dobbiamo dimenticare quel che diceva Jacques Delors prima dell’introduzione dell’euro. Che ci vuole un’unione politica, l’unione monetaria non basterà». Nessuno si stupirebbe se queste parole fossero state pronunciate da Emmanuel Macron.

È stata invece Angela Merkel, davanti al Bundestag, a rispondere alla sentenza della Corte costituzionale tedesca. La Corte mette in forse il diritto europeo e l’azione della Bce, che da anni sostiene l’economia europea acquistando titoli di Stato.

Pur con un tono prudente, com’è nel suo stile, la cancelliera ha spazzato via le tentazioni sovraniste che percorrono il mondo politico tedesco e il suo stesso partito. In questa fase, ha detto, «dobbiamo agire in maniera responsabile e intelligente per far sopravvivere l’euro. Perché sopravviverà ».

Merkel contro i giudici della Corte 

La Merkel era attesa. Le critiche dei giudici di Karlsruhe agli interventi sui mercati della Bce, che aiutano soprattutto i paesi indebitati come il nostro. La cautela del governo tedesco hanno suscitato a Roma molti timori.

Ma il tentativo dei giudici costituzionali tedeschi di considerare la loro giurisprudenza superiore a quella europea, applaudito a Budapest e Varsavia, ha generato forti inquietudini in molte cancellerie.

Al punto da spingere Ursula von der Leyen, amica e fedelissima della cancelliera, a minacciare sanzioni contro la Germania.

Angela Merkel ha approfittato della seduta dedicata alle interrogazioni parlamentari per lanciare un messaggio di speranza a tutti gli europeisti. Invitata dall’Afd, il partito di estrema destra, a commentare la sentenza di Karlsruhe, non si è tirata indietro:

« Ci incita a fare di più in materia di politica economica per far progredire l’integrazione dell’eurozona. Affronteremo certamente la questione con quel che si chiama il Fondo di rilancio per l’Europa. Più la risposta europea in questo quadro sarà forte, più la Bce potrà lavorare in un quadro sicuro ».

Euro si ma fino a che limite

Non bisogna lasciarsi prendere dall’entusiasmo. La cancelliera non è entrata nei dettagli, non ha detto se il suo Governo sarà disposto ad appoggiare la creazione di un Fondo da 1.000/1.500 miliardi. Esso sarà finanziato da obbligazioni emesse dalla Commissione e garantito dai paesi membri in funzione del loro peso relativo in Europa.

Né si è sbilanciata per dire se quei soldi potranno essere a fondo perduto o dovranno essere rimborsati dai beneficiari. E’ ovvio che bisognerà trovare un sottile compromesso per accontentare tutti, i paesi del Nord fautori del rigore e quelli del Sud alla ricerca di una vera solidarietà.

Le parole della cancelliera sembrano però una mano tesa, come quella della von der Leyen, che ha disegnato di fronte all’Europarlamento un piano di aiuti ai paesi più colpiti dal Covid-19.

 Si va avanti ancora con una certa lentezza, ma non dimentichiamo che occorre anche convincere i paesi più piccoli del Nord, come Olanda e Finlandia.

I tempi cominciano comunque a stringersi: entro due settimane la Commissione dovrebbe presentare il suo progetto per il Piano di rilancio. Mentre il 1° luglio la Germania assumerà la presidenza di turno dell’Unione europea.

L’Eliseo ha lasciato trapelare la sua soddisfazione per la posizione della Merkel. Niente è ancora deciso, ma forse il virus darà una spinta insperata a una maggiore integrazione.

Spesso l’Europa dà il meglio di sé stessa quando è sull’orlo del baratro. Il momento della verità è in ogni caso vicino : senza solidarietà, il nostro collasso è quasi certo. E neanche l’economia tedesca può permettersi di vedere l’Italia in bancarotta.

 

Gestione cookie