Francia: sinistra sceglie Hamon ma la Le Pen è ancora favorita

di Giampiero Martinotti
Pubblicato il 30 Gennaio 2017 - 08:08 OLTRE 6 MESI FA
Francia: sinistra sceglie Hamon ma la Le Pen è ancora favorita

Francia: sinistra sceglie Hamon ma la Le Pen è ancora favorita

ROMA – Adesso le cose sono più chiare, se non altro perché conosciamo i candidati all’Eliseo. Solo il centrista François Bayrou non ha ancora detto cosa farà, ma le carte sono state distribuite: a sinistra, ci sarà il protestatario Jean-Luc Mélenchon, cui farà concorrenza un candidato socialista spostato su posizioni anti-riformiste, Benoît Hamon, vincitore delle primarie con più del 58 per cento dei voti. Lo spostamento a sinistra dello zoccolo duro socialista dà spazio a Emmanuel Macron, collaboratore di Hollande all’Eliseo e poi ministro dell’Economia, che oggi si presenta come l’uomo che va al di là delle contrapposizioni destra-sinistra. Sul fronte conservatore, un solo candidato, azzoppato però dalle rivelazioni della stampa e oggi discusso anche dai suoi sostenitori : François Fillon. La sua posizione è diventata improvvisamente molto fragile. Infine, Marine Le Pen, l’unica stabile nei sondaggi, xenofoba e populista, ma con un programma economico anti-mondializzazione che seduce l’elettorato popolare.

Mancano meno di tre mesi al primo turno delle presidenziali, fissato al 23 aprile, ma la certezza delle candidature non rende i pronostici meno sdrucciolevoli. Il primo sondaggio di queste ore, commissionato dal conservatore Figaro, conferma quel che si sente nell’aria: Le Pen (25%) arriverebbe al ballottaggio, mentre Fillon e Macron sarebbero quasi appaiati (22 e 21%). La sinistra in senso stretto sarebbe fuori gioco: Hamon è dato al 15 per cento, mentre Mélenchon retrocede al 10 %. Chiunque sia il suo avversario al secondo turno, Marine Le Pen sarebbe battuta.

Questa la fotografia attuale, ancora molto sfuocata. Nelle prossime settimane, andranno verificate due cose. La prima è la tenuta di Fillon : indebolito dagli scandali (500 mila euro lordi versati a sua moglie sono una bella cifra, anche se la cosa si rivelasse perfettamente legale), ha un programma troppo a destra e troppo thatcheriano per sedurre un paese legato alla tradizione dello Stato protettore. Come se non bastasse, l’immagine di Fillon uomo cattolico contrario all’aborto e al matrimonio gay non aiuta certo ad attirargli simpatie. Dichiarare davanti ai propri sostenitori l’amore per la moglie fa forse versare qualche lacrima ai più sentimentali, ma non basta per ricostruire una strategia.

La seconda verifica riguarda Macron. Giovane e preparato, non ha però spessore politico. Gioca tutto sulla novità in un paese che in passato ha sempre finito per tornare al classico duello destra-sinistra. Molto dipenderà da cosa faranno leader, notabili e militanti socialisti : la sconfitta di Valls è difficile da incassare per chi crede ancora a una sinistra di governo e non ridotta alla sola protesta. Se questa ala del Ps finisse per sostenere Macron, potrebbe dare all’ex collaboratore di Hollande le truppe necessarie per fare campagna e spingere una parte dell’elettorato verso nuovi lidi.

La corsa a tre non fa che cominciare e le numerose sorprese degli ultimi mesi incitano alla prudenza. Ma ormai siamo alle strette : nelle prossime quattro-sei settimane, gli umori dell’opinione pubblica dovrebbero cristallizzarsi. Ai candidati resta poco tempo per convincere il paese.