ROMA – Sarebbe un errore liquidare con fastidio le critiche e i dubbi di chi non è affatto convinto della scelta, assunta a stretta maggioranza, di procedere con il voto palese nella scelta sulla decadenza di Berlusconi. Tra di loro ci sono persone limpide che hanno davvero a cuore i diritti e le garanzie per tutti e non solo per il potente di turno. Alle loro preoccupazioni bisogna rispondere ricordando che una simile procedura era già stata utilizzata nei cosiddetti casi Andreotti e Lusi, e che una procedura di questa natura è prevista anche dal regolamento della Camera.
Sarà anche il caso di non dimenticare che allora non esisteva la legge Severino, che, sostanzialmente, impone la decadenza e riduce il voto ad una presa d’atto. Sorprende, invece, che a stracciarsi le vesti siano proprio quelli che, in questi anni, hanno sempre taciuto di fronte alle leggi ad personam, alle nipoti egiziane, alle bugie ratificate dal Parlamento, ai Porcellum che hanno sequestrato il diritto di scelta, alle modifiche dei codici per salvare gli amici e gli amici degli amici…
Avevano perso la voce o il decoro? I cortigiani di sempre hanno contribuito non poco ad affossare il capo, esaltandone le gesta sempre e comunque,nella speranza di ricavarne un osso da spolpare. La discussione sulle modalità di voto è semplicemente penosa,perché a quel voto non si doveva e non si dovrebbe neppure arrivare.
Il presidente Kohl fu costretto a dimettersi perché sospettato di aver ricevuto finanziamenti illeciti, e stiamo parlando dell’uomo che aveva guidato la Germania per anni realizzando l’unificazione. Per Berlusconi l’unica strada sarebbe stata proprio quella delle dimissioni senza bisogno di alcuna ratifica parlamentare, anche perché le sue responsabilità politiche sono state e sono terribilmente ” Palesi” al di là delle modalità del voto.
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