Berlusconi non è affatto finito, è soltanto un uomo solo al…tele – comando

di Giuseppe Giulietti
Pubblicato il 8 Ottobre 2009 - 23:53| Aggiornato il 13 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Non occorreva una grande immaginazione per prevedere che Berlusconi avrebbe messo nel mirino la Corte costituzionale il presidente Giorgio Napolitano. Del resto i giornali di famiglia avevano aperto la caccia con qualche settimana di anticipo, forse hanno persino contribuito a mettere nei guai l’editore amatissimo.

Non sempre, infatti,le minacce centrano il bersaglio, esistono ancora donne e uomini che non sono in vendita e che tra l’interesse generale e l’interesse privato coltivano il vizio perverso di preferire il primo.

Si tratta di quel genere di persone che Berlusconi detesta antropologicamente perché non sa come prenderli e tanto meno affascinarli.

Sbaglia, tuttavia, chi già vede un presidente declinante, ridotto al lumicino, prossimo al tramonto politico. Prima di mollare le proverà tutte e non risparmierà nulla e nessuno.

La sua uscita di scena sarà accompagnata dai fuochi d’artificio e non sarà un grande spettacolo da sentire e da vedere.

La prima mossa, tanto per cambiare, riguarderà i media, non a caso i primi ad essere ricevuti, dopo la bocciatura del lodo Alfano, sono stati il vice ministro alle comunicazioni Romani, incaricato di normalizzare quel poco che resta della Rai, e Fedele Confalonieri, insomma ha riunito i vertici di RaiSet.

Giorgio Napolitano, nel mirino

Giorgio Napolitano, nel mirino

A loro avrà chiesto di promuovere una grande campagna di delegittimazione dell’avversario, delle istituzioni, delle autorità di garanzia e di espellere tutti quei programmi e quegli autori che a lui non piacciono.

Del resto in diretta tv, tra una telefonata e l’altra a Porta a Porta e a Matrix, ha anche puntato il dito contro i comici e contro quel 72%, notate la precisione tra il ridicolo e il paranoico, di editori e giornalisti che non gli vogliono bene.

Non casualmente, nelle stesse ore, si parla anche di una possibile vendita della emittente La7 all’amico di sempre Tarek Ben Ammar.

Insomma Berlusconi ha indossato la vecchia maschera di capitan Fracassa impegnato nella eterna lotta contro il nemico, identificato naturalmente con il pericolo bolscevico.

Mentre Berlusconi urlava, tuttavia, sul sito della autorità di garanzia comparivano i dati relativi alle presenze in tv dei partiti e dei singoli esponenti.

Provate a indovinare chi è in testa? Naturalmente lui, solo lui, sempre lui e sempre di più lui.

Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno Berlusconi e la maggioranza viaggiano vicino al 65% dei tempi alla Rai e sfiorano l’80% a Mediaset.Per gli altri qualche osso e tante briciole.

Tra qualche settimana queste cifre cambieranno ancora, in peggio, ma Berlusconi continuerà a gridare e a chiedere l’espulsione delle ultime isole mediatiche scampate al suo assalto.

Per ora è un uomo solo al comando, tra breve potrebbe diventare un uomo solo al tele…comando, in tutti i sensi.

Ci auguriamo che le autorità di garanzia vogliano battere un colpo e far rispettare le leggi, nulla di più, esattamente come hanno fatto i giudici della Corte costituzionale.