Botte alla Camera, Lega contro Fini: scene di fine regime

di Giuseppe Giulietti
Pubblicato il 26 Ottobre 2011 - 14:14 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Non siamo arrivati alla frutta, ormai siamo alla frutta marcia, tirata persino dentro le aule parlamentari, come è accaduto questa mattina, alla Camera dei deputati. Non sapendo come passare la giornata , costretti a rinviare per mancanza di consenso anche la modifica dell’articolo 41 della Costituzione, i parlamentari della maggioranza hanno preso ad insultare il presidente Gianfranco Fini, reo di aver ricordato, durante la trasmissione Ballarò, che anche la moglie del ministro Bossi era andata in pensione a 39 anni.

Questo ha scatenato la “finta ira” in Aula, la Lega ha intonato il grido “dimissioni, dimissioni”, manifestando sdegno per l’anomalia di un presidente della Camera che osa andare in tv.

Subito dopo si è alzato l’onorevole Fabrizio Cicchitto che ha chiesto l’immediato intervento del presidente Giorgio Napolitano. Sì, proprio del presidente della Repubblica che, in queste ore, si dovrebbe occupare di Fini e forse commissariare la Camera dei deputati. Dal momento che si tratta di una stupidaggine impraticabile, è del tutto evidente che una maggioranza ormai allo sbando, ha bisogno di tirare la palla in tribuna, di perdere tempo di far dimenticare che tutta Europa sta ridendo, purtroppo con ragione, non della grave crisi italiana, ma della rappresentazione che Berlusconi ne sta dando all’estero, con finte letere, con bugie, con doppi giochi, con barzellette che ormai fanno piangere, altro che ridere! Quello che è accaduto stamane segna l’irreversibile fine di una maggioranza divisa su tutto, unita solo negli insulti contro gli oppositori e contro la stesa popolazione che si attende ben altre risposte che non le botte dentro l’aula.

Se questo è l’unico spettacolo che sanno allestire, meglio votare subito, perché altre strade potrebbero rivelarsi davvero rovinose per tutta la comunità nazionale, anche per quelli che hanno osannato Berlusconi sino a qualche ora fa.