Sanremo: dilettanti allo sbaraglio!

ROMA – Ciascuno la pensi come vuole sulla telepredica di Celentano, personalmente ci siamo annoiati e non abbiamo retto sino alla fine. Ovviamente non sono mancati commenti di segno opposto e sdegni incrociati.

Personalmente non ho gradito l’invito a chiudere l’Avvenire e Famiglia Cristiana, non perchè siano i ” giornali dei preti”, ma perchè mi danno sempre fastidio gli inviti a chiudere questa o quella testata, fosse anche la più lontana dalle mie convinzioni politiche e ideali. Trovo ancora più fastidioso usare il palco di  Sanremo per regolare i conti con chi ti ha criticato.

Il tutto poteva essere risolto concedendo il più ampio diritto di replica ai direttori o ai giornalisti ingiuriati. Invece no! La signora Lei ha mandato a Sanremo come suo commissario il vice direttore generale Marano con il compito di supervisionate e coordinate Sanremo.

Cosa significa? Cosa dovrà  controllare? Leggerà prima i testi? Darà il placet preventivo alle battute, userà i cartellini gialli e rossi? Una simile buffonata non si era mai consumata, neppure nei periodi più bui della Rai, quando i Celentano, i Grillo, i Benigni, partecipavano a Sanremo e non accadeva nulla di rilevante,non si scomodavano commissari e sub commissari, bastavano i direttori, i curatori e gli autori.

Celentano è sempre stato così, se lo chiami devi sapere che disporrà a piacimento del microfono e del palcoscenico. Chi lo ha ingaggiato lo sapeva,e lo ha ingaggiato proprio sperando nelle polemiche e, soprattutto, negli ascolti. Inutile ed ipocrita stracciarsi le vesti dopo, recitare il rosario, chiedere le indulgenze. In ogni caso siamo in presenza di un caso palese di dilettantismo aziendale, di inadeguatezza pericolosa per il futuro di quello che ancora resta della Rai.

Altro che commissariale Celentano, sarebbe ora e tempo di ” commissariale” i vertici della Rai.

 

 

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