Legge Par condicio: non si può cambiare senza affrontare il conflitto di interessi

Qualsiasi ipotesi di modifica della par condicio che non sia preceduta da una rigorosa modifica delle inesistenti norme sul conflitto di interessi non potrebbe rappresentare altro che l’ennesima aggressione verso le opposizioni ed un ulteriore inquietante passo sulla strada della repubblica presidenziale a reti unificate di segno autoritario e populista.

Tutte le ipotesi sin qui formulate dalla destra berlusconiana, ma per fortuna non ancora condivise dall’intero centro destra, tendono ad esaltare e a privilegiare nella competizione elettorale chi è direttamente il proprietario dei media e dispone di una grande quantità di denaro da investire. Si tratterebbe di un vero e proprio atto di killeraggio politico nei confronti di quel principio delle pari opportunità sancito dalla Carta Costituzionale.

Come se non bastasse le ipotesi di modifica tendono a ridurre drasticamente la presenza delle forse politiche così dette minori presenti in Parlamento e quasi ad azzerare la presenza di tutte le altre. Contro queste ipotesi sarà necessario elaborare una posizione comune tra tutte le forze politiche e sociali, comunque collocate che non intendono piegarsi alla logica del “telecomando unico”.

Se proprio il governo, vuole proseguire su questa strada potrebbe, come abbiamo già scritto far precedere qualsiasi modifica alla adozione di una normativa sul conflitto di interessi. Dal momento che a Berlusconi non piacciono le proposte dell’opposizione (che, per altro quando stava al governo si guardò bene dal fare alcunché), potrebbe scegliere a caso uno dei modelli in vigore in uno qualsiasi dei 27 Paesi dell’Unione Europea.

Scelga lui il modello di normativa sul conflitto di interessi e sulla par condicio che gli sembra il più vicino ai suoi interessi politici e privati, anzi se avesse qualche certezza potrebbe persino sorteggiarlo. Per quanto ci riguarda siamo pronti ad appoggiarlo e a votare la proposta che deciderà di presentare. Abbiamo un solo dubbio che, dopo averle lette tutte non gli resterà che chiedere una consulenza e un consiglio o all’amico Putin o al governo comunista cinese.

Gestione cookie