Per il ministro Scajola è la Rai che rompe i… Con una trasmissione “vergognosa” e “pruriginosa”

di Giuseppe Giulietti
Pubblicato il 25 Settembre 2009 - 23:50| Aggiornato il 13 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

«Quel Marco Biagi è proprio un rompi c…», questa la più clamorosa tra le gaffes e le volgarità pronunciate dal ministro Claudio Scajola nel corso della sua lunga carriera. Quella volta si riferiva alle richieste pressanti di Biagi di avere finalmente una scorta che lo proteggesse dalle minacce dei terroristi che poi riuscirono ad ammazzarlo, ma per il ministro si trattava delle noiose richieste di una persona troppo facilmente eccitabile. Qualche tempo dopo inaugurando una centrale elettrica ci fece sapere che il progresso dell’umanità è sempre stato accompagnato da un po’ di morti sul lavoro. La cosa non fu presa bene dalle associazioni dei familiari delle vittime e, anche quella volta, dovette innescare la marcia indietro e chiedere scusa all’universo mondo.

Il ministro Claudio Scajola

Il ministro Claudio Scajola: Annozero è "vergognosa, pruriginosa"

Non sappiamo come andrà a finire questa volta, ma non vi è dubbio che il baldanzoso ministro ne abbia combinata un’altra delle sue, forse nella speranza di rendere omaggio al capo supremo.  Nel bel mezzo della polemica sulla trasmissione Annozero, il ministro ci ha fatto sapere che convocherà i vertici della Rai per chiedere conto di una trasmissione «vergognosa, pruriginosa, indegna del servizio pubblico…».

Sarebbe troppo facile dimostrare come questa Rai sia ormai un satellite di Mediaset, oppure ricordare che, appena qualche sera fa, la medesima Rai ha organizzato una serata a reti quasi unificate per consentire al sovrano di autocelebrarsi mentre consegnava ai terremotati le case costruite dalla provincia di Trento, per altro costretta al silenzio per non guastare la cerimonia del bacio della pantofola.

Quanto alle trasmissioni volgari e pruriginose forse Scajola potrebbe volgere lo sguardo a qualche metro da lui, in qualche residenza un tempo istituzionale. Al di là della risposta polemica resta la gravità di un ministro che in modo palese vuole interferire nella vita del servizio pubblico e minaccia i vertici aziendali. Il ministro non può convocare nessuno per discutere di questioni editoriali perché questa prerogativa spetta solo e soltanto alla commissione parlamentare di vigilanza. La Rai non può essere sottoposta ad un controllo di questa natura da parte dell’esecutivo, sarebbe una violazione della legge e delle sentenze della corte costituzionale che hanno trasferito questo tipo di competenze dal governo al parlamento.

Scajola, dunque, non può precettare nessuno e ai vertici della Rai spetta non solo il compito di rinviare al mittente la minaccia, ma anche di tutelare l’autonomia industriale e professionale della azienda. Ciascuno è libero di avere il giudizio che vuole su Michele Santoro e sulle sue trasmissioni, ma a nessuno può essere consentito di invocare la censura, le minacce disciplinari, le liste di proscrizione.

Le minacce ad Annozero sono anche una minaccia a quei milioni di cittadini che hanno scelto di vedere il programma e che non ne possono più di una tv tutta uguale, omologata, ossequiosa, genuflessa davanti ai voleri e ai piaceri del proprietario del polo RaiSet. Se, invece, i vertici della Rai, o qualcuno di loro, decidessero di accogliere l’ordine del ministro non ci resterà che accompagnarli, promuovendo un corteo popolare che faccia sentire l’indignazione di chi non sopporta più arbitrio, prepotenza violazione delle norme ordinarie e costituzionali.