Sallusti il pretesto, bavaglio obiettivo vero: tanta voglia alla Camera

La finta “Salva Sallusti“, con il contorno di legge bavaglio, è stata appena bloccata al Senato che già si legge: ” Riparte alla Camera dei deputati il confronto per arrivare, in tempi brevissimi, ad una intesa sulla legge anti diffamazione, si potrebbe ripartire dal testo presentato dai parlamentari del Pdl Costa e Pecorella“. Cosí alcuni quotidiani, sia pure di sfuggita, hanno adombrato la ipotesi che, quanto è già naufragato al Senato, possa essere riproposto alla Camera dei deputati.

Si ipotizzerebbe un testo di pochissimi articoli, forse solo due: uno per abrogare la galera, l’altro per rafforzare la rettifica.

Non vorremmo, come sempre, spegnere le illusioni, ma questo film, anzi questa fiction ci sembra di averla già vista appena qualche giorno fa.

Prima la commozione, piú o meno simulata, per Sallusti, poi l’annuncio della norma anti carcere, poi, al primo voto segreto, il medesimo centro destra ha colpito e affondato sia la legge, sia Sallusti.

Subito dopo il voto Berlusconi ha tuonato contro gli affossatori e ha fatto finta di reclamare una nuova legge puntando il dito contro la mancata riforma della giustizia.

Per altro, un testo firmato da Pecorella era già stato approvato, anni fa, dalla Camera e, subito dopo, affondato, sempre ricorrendo al voto segreto, al Senato.

Ci sbaglieremo, ma, non appena la pattuglia dei volonterosi dovesse riprovare a ripresentare un testo più o meno simile, un pattuglione di ” Imbavagliatori” in servizio permanente effettivo tornerebbe a ripresentare gli emendamenti di sempre: aumento delle multe, carcere per i cronisti, sospensione dalla professione affidata alla decisione dell’Ordine professionale e magari anche qualche norma specifica dedicata ai blog e ai siti genericamente definiti” editoriali”.

Non si tratta di essere maliziosi o disfattisti, ma, piú semplicemente, di coltivare il vizio della memoria e di non ricadere, sempre e comunque, nello stesso errore e nelle stesse ingenuità.

Per ora, purtroppo, mancano le condizioni per far rientrare l’Italia nei parametri europei, come pure in modo esplicito ha chiesto lo stesso Consiglio d’Europa, al contrario, in questo contesto, qualsiasi intervento legislativo potrebbe ulteriormente allontanare l’Italia da quei parametri.

Naturalmente speriamo di sbagliare e di essere positivamente smentiti, anche se,sino ad oggi, gli allarmi lanciati da Blitzquotidiano hanno sempre trovato puntuale conferma.

In questo caso, trattandosi dell’articolo 21 della Costituzione, non ce la sentiremmo di aderire al motto:” Piuttosto che niente, meglio piuttosto..”.

No! Meglio niente, almeno per ora.

 

 

 

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