Salva Sallusti: il bavaglio compulsivo

Salva Sallusti, carcere a rotelle bis

ROMA – Ci ritroveranno, tenteranno di far approvare la legge sulla diffamazione che ormai è diventata una legge manette. Il relatore Filippo Berselli, Pdl, ha levato il carcere per il direttore, in compenso lo ha previsto per i cronisti. Se non è zuppa, è pan bagnato, in ogni caso la nuova proposta è ancora peggiore della precedente.

Siamo ormai in presenza di una forma di “accanimento legislativo” contro l’articolo 21 della Costituzione. Lo conferma il voto con il quale il Senato, con soli 4 voti di scarto, ha deciso di rimettere in calendario per lunedì, la nuova legge bavaglio e di prevedere sedute notturne pur di far approvare un testo che non tutela il diffamato e mette ulteriormente a rischio il diritto di cronaca.

Quanto sta accadendo conferma, purtroppo, quanto sia ancora forte e diffusa la voglia di mettere il bavaglio ad editori e giornalisti, nella convinzione, per altro sbagliata, che minacce e intimidazioni, possano nascondere malaffare, corruzione, mafie di varia natura.

La Federazione della Stampa , attraverso il segretario Franco Siddi, generosamente impegnato in questa battaglia civile, ha annunciato un risposta forte ed immediata. Sará il caso di non lasciarli soli e di far sentire che, mai come in questa occasione, non si tratta di difendere una corporazione, ma di impedire un colpo di mano dell’ultima ora e magari dell’ultima notte, . Di giorno, forse, si vergognano pure loro: Gli imbavagliatori.

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