Sgomberare il Teatro Valle? Meglio sgomberare il Parlamento

“Bisognerebbe sgomberare il Teatro Valle e porre fine all’occupazione”: così si sono espressi alcuni esponenti della destra romana e, tra loro, persino un sottosegretario, pallido imitatore del capo supremo, quello che avrebbe perso le elezioni perché: ” è tutta colpa di Crozza, dei comici, di Santoro e di Floris”.

Cosa stanno facendo di così terribile le ragazze e i ragazzi che hanno riaperto un teatro di tradizione, chiuso da mesi, esattamente da quando il ministro Bondi decise di sopprimere l’ente teatrale italiano, senza indicare alcuna prospettiva per la gestione del Valle e di altri teatri italiani?

Questi pericolosi eversori, da giorni e giorni, hanno riaperto il portone del Valle, hanno restituito alla comunità un bene pubblico sequestrato e forse destinato a diventare un centro commerciale o una mega pizzeria, e, colmo della provocazione, hanno rianimato una sala condannata al buio e al silenzio.

Migliaia e migliaia di cittadini romani hanno riscoperto questo teatro, alcuni lo hanno forse visto per la prima volta. Quasi ogni sera si è registrato il tutto esaurito per assistere alle letture , agli spettacoli, alle lezioni di Andrea Camilleri, di Ettore Scola, di Franca Valeri, di Giovanna Marini, di Fabrizio Gifuni, di Giulio Santamaria, di Ennio Fantistichini, di Silvio Orlando, per citarne solo alcuni delle decine che hanno calcato il palco.

Con loro si sono esibiti gruppi giovanili, talenti cancellati da una tv generalista non più interessata alla ricerca e alla qualità dell’espressione artistica, lavoratori e lavoratrici del settore ai quali troppo spesso non viene neppure più riconosciuto il diritto alla parola, al racconto delle loro esperienze.

Per il resto della giornata hanno promosso seminari, hanno studiato le riforme possibili, le hanno comparate con quelle degli altri paesi europei, hanno scritto soggetti, hanno dato spazio a chi vorrebbe provare a scegliere la strada del teatro e della rappresentazione, hanno rivendicato il diritto della comunità a poter godere dell’arte, dello spettacolo, della ricerca, beni per altro protetti dalla Costituzione, che li ritiene presidi indispensabili per l’ordinamento democratico, valori essenziali per ciascun cittadino.

Altro che richiedere lo sgombero! Una politica sensibile ed accogliente dovrebbe ringraziare queste ragazze e questi ragazzi, anzi dovrebbe chiedere loro di compartecipare alla gestione di un bene pubblico che stava morendo, dovrebbe comunque imparare a capire che chi manifesta amore per il bene comune è comunque migliore di chi non riesce mai ad andare oltre l’orizzonte del propio interesse, del proprio utile immediato.

Altro che minacciare lo sgombero del teatro Valle!

Questi ” occupanti” dovrebbero essere invece premiati, a loro andrebbe assegnata una pubblica onorificenza “per i particolari meriti acquisiti nella diffusione e nella tutela del patrimonio culturale italiano”.

I loro censori dovrebbero, invece, essere così cortesi da provvedere ad autosgomberarsi, liberando così non solo il palcoscenico dei tanti teatri Valle d’Italia, ma anche quello della politica.

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