Verso un Governo Grillusconi? Se i seguaci del comico si alleano con lo psiconano…

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 25 Marzo 2018 - 12:53 OLTRE 6 MESI FA
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Verso un Governo Grillusconi? Se i seguaci del comico si alleano con lo psiconano…

L’inevitabile sta accadendo. Stiamo andando verso il Governo Grillusconi.

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Stiamo scendendo all’inferno, conclude Giuseppe Turani in questo articolo pubblicato anche su Uomini & Business: siamo oltre la  barriera, direbbero nel “Trono di spade”, e stiamo per incontrare l’esercito dei bruti. “Abbiamo un supereroe alla Camera”, tuona il clown genovese: veramente sarebbe un esperto di melodie napoletane. Se poi sa anche volare, meglio. Si vedrà.

Fatti i presidenti delle Camere, bisognerà passare al governo e qui tutti gli asini volanti cascano per terra. Ma ancora due parole su questi presidenti. L’attenzione maniacale dei 5 stelle per le fedine penali, ha fatto commettere loro l’ennesimo errore: al posto di Romani, alla fine hanno eletto la signora Casellati, che pure lei qualche scheletro nell’armadio (ma sui quali i grillini hanno sorvolato con allegria) e, soprattutto, è l’autrice delle leggi ad personam per Berlusconi. E non è certo una progressista. Ma sui gusti grillini è inutile discutere.

Torniamo al governo. A questo punto, secondo logica, tocca a Salvini metterne in piedi uno. E dice: faccio programma, governo e chiedo a chi ci vuole stare di darmi i voti.

Non ci starà nessuno. E quindi non farà il governo leghista.

Di Maio, dalla sua parte, sta sulle stesse posizioni. Anzi, il governo lo ha già fatto e reso noto (anche a Mattarella) da mesi: una povera cosa penosa. E anche lui, comunque, dice: chi vuole stare ci sta. Non ci starà nessuno.

Ai due non resterà quindi che telefonarsi e mettersi d’accordo. Solo loro possono votarsi reciprocamente. Può essere che questa sia la Repubblica dei cittadini. Forse è solo la Repubblica di Salvini e di Di Maio. Poiché non si possono avere due presidenti del Consiglio, Di Maio dovrà accontentarsi di un posto in seconda fila. Magari, per non fare una figura di merda, starà fuori e manderà qualche suo clone e fare da assistente a Salvini.

Ma queste, al punto in cui siamo arrivati, sono sottigliezze, particolari quasi irrilevanti, anche se il piacere di non vedere Di Maio premier dopo tanto strombazzamento ha un suo pregio.

Salvini, comunque, dovrà passare il vaglio di Mattarella, che non si annuncia facile: 1) maggioranze larghe; 2) programma coerente con problemi nazionali; 3) rispetto impegni europei; 4) uomini all’altezza dei compiti.

L’opinione corrente è che il governo Salvini (se mai nascerà) sarà molto veloce: mette giù il Def (trovando 30 miliardi di euro…bel problema) e una legge elettorale, e poi a casa, di nuovo in campagna elettorale, sulla ruspa e con la felpa.

E di Maio? Di Maio e il suo clown non se ne sono ancora accorti, ma invece di aprire la scatoletta di tonno del parlamento, sono diventati essi stessi il tonno. Per questo giro, veloce, probabilmente non porteranno a casa niente. Comunque si rivota nel 2019, a meno che i neoeletti non facciano muro, decidendo di stare seduti sulle loro poltrone. Non si può escludere una rivolta. A molti del popolo dei bruti il governo Grillusconi proprio non va giù: va contro dieci anni di martellamento grillesco, lo ”psiconano”, mai faremo alleanze con gli altri, e poi si va fare con chi non può nemmeno entrare in Parlamento perché condannato in via definitiva. Calcio in culo più potente alla base grillina non poteva essere dato. Si vedrà. Inoltre non ci sarà il reddito di cittadinanza e nemmeno la flat tax. C’è materia per agitare gli animi e per qualche sorpresa.

E il Pd? Qui il discorso si fa serio. In questi giorni i social network sono pieni di fan renziani che irridono e maltrattano il presidente Napolitano per le cose da lui dette, dandogli del rimbambito.

Sono, colti e meno colti, degli emeriti cretini. Napolitano, sbagliando sede e forse anche parole, ha posto una questione seria. Anzi: ha posto “la” questione: come mai dopo cinque anni di governi Pd uno meglio dell’altro e con imprese (a sentire Renzi) miracolose (uscita dalla crisi, tutti sono usciti in realtà, forse non era così difficile), il Paese è stato consegnato mani e piedi al popolo dei bruti?

Da qualche parte c’è stato un errore. Sul quale però non esiste alcuna riflessione. Tutti schierati a difendere l’onore di Renzi e Gentiloni come fossero Madonne sfregiate malamente da Napolitano, ma nessuna riflessione sul perché dopo cinque anni di meravigliosi governi Pd il paese si consegna ai bruti senza se e senza ma.

Che cosa è sfuggito? Che cosa è stato sbagliato? E da chi?

Si può continuare a trattare Napolitano da rimbambito, ma le domande restano. Per ora senza risposta.

E se non c’è risposta, non c’è futuro.