Greta Beccaglia, e lui si scusa con un: perdo, quindi palpeggio

di Redazione Blitz
Pubblicato il 30 Novembre 2021 - 09:44 OLTRE 6 MESI FA
Greta Beccaglia, e lui si scusa con un: perdo, quindi palpeggio

Greta Beccaglia, e lui si scusa con un: perdo, quindi palpeggio

Giuseppe Cruciani gli ha dato il microfono con voluttuosa velocità, La Zanzara ha subito riconosciuto uno dei “suoi” e lui alla trasmissione radiofonica ha reso un buon servizio. Non a se stesso. Lui è il ristoratore di professione che, avvistata una donna sostante fuori dallo stadio da cui usciva ha pensato: una donna? Una donna ferma qui? E gli è venuto naturale e istintivo metterle una mano al sedere. La Zanzara, trasmissione dello sbatti lo scorretto in prima pagina e fagli un inchino, ha avuto il suo e ha fatto anche con lui il suo interesse. Lui proprio no, lui ha perso una splendida occasione per tacere con l’unica attenuante della inconsapevolezza persistente della natura e significato di ciò che fa e ciò che dice riguardo alle mani sul sedere della donna.

Perdo quindi palpeggio

Ha detto, gli han fatto dire (speriamo la seconda) che la mano al sedere della giornalista è stato “un gesto di stizza per la sconfitta”. Una argomentazione di calibro inferiore a quella del non ho potuto studiare signora maestra perché ha vomitato il gatto. O peggio, la rivendicazione di una sorta di diritto al perdo quindi palpeggio. Ha detto (questo non c’era bisogno di farglielo dire, lo dicono tutti dopo ogni porcata messa in atto) che si scusa e che vorrebbe incontrare…Data ai media la loro massiccia quota di colpa nella diffusione di questo malvezzo, le scuse a beffa ulteriore del danneggiato e a completa, immediata e gratuita esimente di chi danneggia sono corredo e reiterazione dell’offesa.

Più che non vogliono, non ce la fanno

Interviste, pane inzuppato dai media e scuse che valgono come ulteriore scherno non sono la prova che non vogliono. E’ che non ce la fanno. Chi? Quelli che uscivano dallo stadio, quelli che hanno solidarizzato con chi usava la giornalista, la femmina come oggetto di svago, quelli che subito hanno emulato la prima mano al sedere, quelli a cui la donna (parole sue) chiedeva aiuto con gli occhi e invece la guardavano con disprezzo, il disprezzo che il vigliacco riserva alla vittima. Dove, in cosa non ce la fa il maschio dalla cultura ultrà? A capire quel che fa. Si ripara dietro la menzogna acida dello scherzare.

Talvolta dice “goliardata”, anzi questo glielo mettono in bocca i media, all’Università difficile ci sia stato davvero e comunque la goliardia è finita da mezzo secolo e passa. Non capiscono perché mai una femmina ferma fuori da uno stadio non possa, anzi debba essere un’occasione per toccarla, per giocarci come fosse una palla. Sono magari gli stessi che non capiscono perché una femmina che ha bevuto non possa essere stesa su letto o divano, le piaccia o no. Sono magari gli stessi che non capiscono perché una femmina che era roba loro e che li ha mollati non possa e debba essere punita. Non è che non vogliono, non ce la fanno. Se se ne vuole una prova, inquadrare la scena su campo più largo: tutta la Serie A a giocare le partite del turno con il segno rosso sulla guancia a testimoniare impegno contro violenza sulle donne. Infatti, appena usciti dallo stadio…