Leggo con orrore dei tentativi su come uscire fuori dalla trappola europea della riduzione del debito-PIL che dovrà scendere del 3% ogni anno per 20 anni, se il nuovo fiscal compact sarà approvato nella forma in discussione in questi giorni. Ma il tentativo tradisce una sola verità: dopo 10 anni di trucchi inutili per stare sotto il 3% di deficit PIL che ci hanno condotto alla rovina, entriamo nella nuova era dei trucchi per ridurre il debito-PIL. Questo, ora come allora, ci distrarrà dal compito principale di generare crescita. Là dove manca il senso profondo delle proprie ragioni solo un risultato ci aspetta: il fallimento.
Questo contorto e convoluto piano “per tagliare il debito pubblico” ricorda un gioco delle 3 carte. Dove, come sappiamo, lo spettatore non vince mai.
Non entro nella spiegazione, credo che nemmeno al Tesoro abbiano capito tutto il progetto. Che non si regge in piedi.
Per una serie di semplici motivi.
Primo. Il debito publico italiano, secondo le folli pretese del Governo tedesco da inserire nel Patto europeo, dovrebbe essere ridotto di circa 45 miliardi l’anno per 20 anni, la bellezza di circa 900 miliardi. Qindi i pur portentosi 50 o 100 miliardi che dovrebbero uscire dal cappello magico delle vendite dei gioielli di famiglia dello Stato alla Cassa Depositi e Prestiti potrebbero al massimo alleviare per 1 anno la riduzione del debito richiesta. E per i rimanenti 19?
Secondo. Se ripaghiamo subito alle imprese i loro crediti commerciali con la P.A. il debito pubblico ufficiale sale, non scende, di 70 miliardi. Emettiamo BOT o BTP, otteniamo euro, quegli euro li giriamo alle imprese, estinguiamo il debito commerciale con le imprese, ma il debito pubblico è salito. Staremmo peggio? No, staremmo molto meglio perché avremmo fornito liquidità che vale ossigeno per le imprese razionate nel credito mentre il vero debito pubblico totale (quello che tiene conto dei debiti commerciali e del debito di mercato) in verità è rimasto lo stesso. La logica del Patto che vuole riduzione di 50 miliardi l’anno e impedisce questi rimborsi distrugge dunque imprese e PIL, rendendo impossibile tale ovvia e benefica operazione.
Terzo. Fare scelte di governance sui nostri gioielli di Stato e sul nostro attivo (vendere alla Cassa Depositi e Prestiti, per esempio) solo perché pressati dalla fretta imposta dallo Stupido Patto di ridurre il debito è un altro danno enorme che possiamo evitare. C’è pure un proverbio: la gatta presciolosa…
La logica, che la Germania ci chiede di inserire nel Patto, non solo è una logica recessiva in recessione, ma è anche una logica che ci riduce le alternative per fare le cose bene e che aumenta le scelte stupide ed affrettate.
Diciamo dunque a Monti di porre senza timori il veto sulla clausola di riduzione del debito pubblico, in toto, senza se e senza ma. Se questa clausola fosse invece approvata, non ne uscirà che un periodo di inviluppo ulteriore delle nostre istituzioni e della nostra economia, con danni ovvi e duraturi anche per il progetto europeo.
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