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Hamas e la tentazione di colpire Israele, Paese diviso dall’odio, con un apparato di difesa a pezzi, analisi di Yossi Verter su Haaretz

Hamas ha trovato difficile resistere alla tentazione di colpire Israele: un Paese diviso, lacerato e tormentato dall’odio, con un apparato di difesa i cui migliori uomini rifiutano o pensano di rifiutarsi di prestare servizio.

E la colpa di tutto ciò che sta accadendo in queste ore è di uno solo: il primo ministro Benjamin Netanyahu. Sul quotidiano isaeliano di sinistra Haaretz, Yossi Verter, consideato tra i più autorevoli giornalisti israeliani, presenta una analisi che mette in ginocchio.

Netanyahu e la sua agenda sconsiderata e squilibrata, scrive Yossi Verter, insieme con il suo governo degli orrori, che ha fatto a pezzi questa nazione, ci ha portato questa guerra.

In Medio Oriente non c’è vuoto, scrive ancora Yossi Verter. Se diventiamo più deboli, i nostri nemici diventano più forti. Il primo ministro Benjamin Netanyahu è consapevole del danno subito dall’establishment della difesa e dell’erosione della deterrenza da quando lui e il ministro della Giustizia Yariv Levin hanno lanciato il loro colpo di stato giudiziario. 

È lui il responsabile dell’incoscienza criminale. Il famoso statista ha scommesso sul principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, con un accordo di normalizzazione con l’Arabia Saudita inteso a garantire sponde politiche sicure. E anche questi ora stanno diminuendo.

L’intelligence e i livelli militari dovranno pagare il prezzo intero, a tutti i livelli. Il fallimento è innanzitutto quello dell’intelligence militare e del servizio di sicurezza Shin Bet. Non avevano idea di cosa stava bollendo sotto i loro nasi. La vittoria di Hamas è un fallimento israeliano su vasta scala.

Tuttavia, i politici non potranno lavarsi le mani di questa vicenda dando la colpa all’establishment della difesa (e i diligenti consiglieri dell’ufficio del primo ministro sono sicuramente già al lavoro su questo).

Una “piccola” organizzazione terroristica ha messo in luce la nudità di una superpotenza regionale dotata di intelligence e capacità informatiche tra le migliori al mondo. Anche se tutta la Striscia di Gaza venisse distrutta (e non ce n’è bisogno), e anche se i capi di Mohammed Deif, Khaled Meshal, Yahya Sinwar, Ismail Haniyeh e i loro associati si rotolassero nei vicoli, ciò non compenserebbe la situazione. il più grande fallimento della sicurezza dal 1973.

Il giornalista nota la sconcertante facilità con cui i terroristi armati hanno potuto semplicemente girovagare a loro piacimento, in macchina o a piedi, entrando in Israele alla vigilia di un giorno festivo, entrando in kibbutz, moshavim e città, dove facevano ciò che volevano. Per ore, i residenti hanno dovuto difendersi da soli contro i terroristi, senza l’aiuto dell’esercito o della polizia, che erano lontani dalla scena. Sabato Israele è stato umiliato e sconfitto.

Conosciamo tutti da molti mesi la situazione caotica in cui ci stava portando questo governo essenzialmente incompetente (nel 1973, il fallimento era solo legato alla sicurezza, ma ora è multiforme, evidente su tutti i fronti). Ciò ha portato principalmente ad un indebolimento dell’esercito, all’erosione della deterrenza e ad un duro colpo alla prontezza di reazione.

Chi sono stati i primi a presentarsi in servizio? Erano gli “anarchici”, i “pus”, quelli a cui veniva detto di “andare al diavolo”, le persone chiamate “non sionisti, non israeliani, non patrioti”. Chi è stato il primo a prendere le armi e combattere i terroristi? Erano i residenti delle comunità lungo il confine di Gaza che nel complesso non hanno votato per questo governo e con cui Netanyahu non si è preso la briga di parlare o di visitare per anni. Sono stati la prima linea di difesa e i primi ad assorbire i colpi letali.

Conclude Yossi Verter: “Sono passati quindici anni da quando Netanyahu promise di rovesciare il governo di Hamas. In quegli anni è riuscito a rovesciare con successo la società israeliana, la deterrenza militare e il governo ordinato – e Hamas è diventato un esercito addestrato. Nessun governo al mondo può uscire indenne da un simile evento. Questo è un fallimento storico, un collasso totale di tutti i sistemi”.

 

Marco Benedetto

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