Irresponsabili e violenti, avanti c’è posto. Son tutti figli di mamma Gente

Una ragazza, probabilmente mentalmente instabile, getta dalla finestra un bambino di cui era la baby sitter. La ragazza ha una mamma che, stando alle cronache, ha subito la sua istintiva, accorata, dolente reazione. Compassione per il bambino? Magari dopo. Subito e con certezza un “Me l’hanno rovinata”. Come fosse possibile esentarsi da ogni responsabilità in nome dei torti subiti, come se un licenziamento depenalizzasse sul piano etico perfino il tentato omicidio di un bambino. Ma quale omicidio? Catalessi, era catalessi! Catalessi da pregresso mobbing subito.

Siamo di Ostia

Grande parcheggio custodito, un Suv esce contro mano e veloce, osano fermarlo e rimproverare. L’uomo alla guida scende, urla, minaccia, letteralmente strappa le vesti alla custode del parcheggio e si compiace di “firmare” la sua prepotenza selvaggia. Dice “Non sapete contro chi vi siete messi, siamo di Ostia!”. E quindi, forte dell’identità di clan proclamata, punisce la donna addetta al parcheggio denudandola per quel che può.

Le bianche non salgono

Treno, treno occupato dai reduci da un rave. Rave ricolmo di giovani figli o nipoti di immigrati, se lo sono organizzati esplicitamente a misura di etnia. Sul “loro” treno salgono incaute ragazze italiane come loro, ma hanno la pelle più chiara e non fanno parte del clan viaggiante. Quindi via al prosieguo della festa: assedia, tocca, palpa, minaccia e gioca con il corpo delle incaute prede. C’è selvaggina da cacciare su quel treno.

Tre anni, scarsi, per due vite

Neanche tre anni fa due cuginetti sui gradini del portone di casa, un’auto guidata a gran velocità nel vicolo stretto, guidata da chi aveva bevuto e si era fatto, li centra alla curva e li maciulla. Ora quell’uomo è fuori di galera. Tre anni per due vite, questa la misura.

Cinghiali, due mesi di: “da domani”

Sono due mesi, forse più, che ogni giorno autorità e organismi vari annunciano: da domani misure urgenti e drastiche. Quanti cinghiali malati e contagiosi catturati da vivi? Zero. Quanti abbattuti? Zero. Quanti commissari, tavoli, piani, risoluzioni e dichiarazioni? Più di mille.

Libertà di sfregio

Stringe davvero il cuore, stretta di compassione nel vedere come la improbabile “meglio gioventù” si mobiliti per la libertà di sfregio. Un movimento di studenti che contrabbanda la libertà di andare a scuola vestiti come in spiaggia, palestra, aperitivo come fosse libertà desta compassione emotiva e razionale pena. Pena per loro, per questi giovani che, in buona fede, identificano regola quale che sia sempre e comunque come repressione. Lo fanno in buona, ottima fede. E questi aumenta la pena per la loro condizione di miseria culturale.

Che c’entra il bullo/coatto/mena gente del parcheggio con i predatori in mandria sul treno? Che c’entrano questi con quello che guida letteralmente da uccidere due ragazzi va libero dopo tre anni scarsi? E che mai c’entra con questi ancora la baby sitter dalla mente sconvolta? E come mai possono entrarci le grottesche rivendicazioni di libertà, anzi diritto di vestirsi poco a scuola, come fosse la “liberté” dei diritti naturali dell’umanità? Storie diverse nell’unità temporale di non più di 48 ore della cronaca italiana. Ma non c’è solo l’unità di tempo: nella loro incommensurabile diversità del quanto, c’è una qualità che le rende l’una contemporanea alle altre: saranno tollerate. Al bullo che mena non accadrà nulla. Per i predatori del treno ci sarà comprensione, magari sotto forma di archiviazione.

Quello che ha maciullato i due cuginetti avrà il suo ampio habitat sociale dove non conoscerà ostracismi. La libertà, quella vera e seria, continuerà il subire lo sfregio di essere identificata con un top o un vaffa. E nessuno avrà il coraggio civile di far presente a quella mamma che la sua figlia che getta un bimbo dalla finestra ha diritto sì ad umana pietà per la sua condizione ma non certo ha il diritto di essere lei, niente meno, che la vittima. Forse dipenda da come ce la raccontiamo, forse dipende dai media, forse dai social, forse…Ma per irresponsabili, violenti, prepotenti, ignoranti qui e oggi vige un generale “Avanti, c’è posto”. Son tutti figli di mamma Gente, basta che sia la propria gente.

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