Isteria tamponi. Isteria collettiva. Fobia tutta nostra. In Spagna non ci sono file nelle farmacie e la gente affolla i ristoranti.
A Parigi i grandi quotidiani ( le Monde,Figaro, Liberation) rifilano il Covid nelle pagine interne; nel Regno Unito è tutto aperto e trattano il virus come una influenza; a Berlino è scomparso il panico da quando in tv vanno solo pochi esperti che sanno rottamare le notizie infondate sulla pandemia.
Da noi invece trionfa la solita musica: tamponificio dilagante, bollettini quotidiani inutili ( a cosa serve comunicare che ci sono due ricoveri o due decessi in più o in meno?). Poi si scopre grazie alla Fiaso (la Federazione delle strutture sanitarie) che il 34% dei pazienti positivi ricoverati non è malato di Covid ma di altre patologie.
Uno su tre viene ospedalizzato per curare tutt’altro: traumi, infarti, emorragie, scompensi, tumori. E questo vale anche per i decessi. Tant’è che il tele-infettivologo Matteo Bassetti da Genova ha tuonato: “ Sono numeri falsi “.
Morale dei tamponi: Paese bloccato, ricoveri gonfiati, due milioni di italiani in quarantena.
E allora che fare? Come uscirne? È arrivato il momento di dire basta. Basta col bollettino quotidiano ansiogeno (spesso farlocco). Basta con i tamponi a raffica, come dice l’attento Michele Brambilla. Basta “ con i tracciamenti di persone che non hanno nulla ma che, forse, chissà, sono stati a contatto – o comunque vicini – o nella stessa città o provincia. Basta isolare persone che stanno benissimo. Basta con la Dad che costringe a casa migliaia di bambini e mette in forte disagio le famiglie.
Trovo sensato e giusto quanto ha detto, in una intervista a El Pais ( quotidiano di Madrid, oltre 2 milioni di lettori, tre edizioni) il premier spagnolo, il socialista Pedro Sanchez, in sella dal 2018, prof universitario, uomo schietto. Ha dichiarato: “ Questa ondata va trattata come una normale influenza”. E ha dato i numeri. Chi è vaccinato con tre dosi ha lo stesso tasso di letalità di una influenza stagionale. Perché non seguiamo la dottrina Sanchez?
Un ultimo “ Basta!” è d’obbligo riservarlo alle deliranti resistenze dei No Vax, peraltro sempre meno (statisticamente ) ma tignosamente irriducibili. E comunque troppi. Cari barricadieri sappiate che chi non si vaccina non pretenda di non correre il rischio di finire in terapia intensiva per il Covid. E soprattutto non pretenda di “tenere in ostaggio chi si è vaccinato ed è vittima della burocrazia da voi provocata” ( copyright Brambilla). Concludendo: seguiamo il modello spagnolo. Omicron si può gestire.