Italia unita o dei campanili? Passaporti fra regioni come nel Medioevo? Il 3 giugno si vedrà

di Bruno Tucci
Pubblicato il 28 Maggio 2020 - 08:49 OLTRE 6 MESI FA
Fase 2. Italia unita o dei campanili? Passaporti fra regioni come nel Medioevo? Il 3 giugno si vedrà

Italia unita o dei campanili? Passaporti fra regioni come nel Medioevo? Il 3 giugno si vedrà (Foto d’archivio Ansa)

ROMA – Italia unita? Passaporti fra regioni come nel Medioevo? Per favore, torniamo ad essere Italia.

Fra cinque giorni, e cioè il 3 giugno, l’Italia dovrebbe tornare “il paese di una volta”. Riapriranno le “frontiere”: si potrà andare in tutta tranquillità e senza vincoli di nessun tipo (forse) dalla Toscana alla Puglia, dal Lazio alla Calabria. I dati sempre più confortanti contro il coronavirus hanno convinto gli scienziati e il governo a dare il via libera all’operazione.

Alleluia, dovremmo esultare in coro. Invece, come sempre, torna ad affacciarsi l’Italia dei campanili. Ognuno pensa al proprio orto e non guarda quello del vicino, assai più spoglio. Così avviene ancora oggi, alla vigilia di una fase di rilancio della nostra economia, che si bisticci e si polemizzi in vista dell’estate e dei grandi spostamenti da Nord a Sud.

Sardegna e Sicilia, ad esempio, chiedono un “passaporto sanitario”. Di che si tratta? Di una specie di singolare difesa nei confronti del proprio territorio e di quanti lo abitano. Se dalla Lombardia vuoi venire a luglio e agosto a godere del nostro mare, devi avere un certificato che indichi in maniera chiara ed inequivocabile il tuo stato di salute. In parole più semplici, che non hai avuto niente a che fare con questo stramaledetto virus.

Apriti cielo! La reazione è stata immediata. Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, indignato, ha risposto con altrettanta indignazione: “Me ne ricorderò”, ha esclamato. Che cosa voleva intendere il primo cittadino della Capitale del Nord? A chi e a che cosa si rivolgeva? Probabilmente al perché molto spesso dal Sud ci si trasferisce all’ombra della Madonnina. Avviene per servirsi delle strutture sanitarie lombarde certamente più moderne e più qualificate di quelle del Mezzogiorno d’Italia.

“Non siamo untori”; ha spiegato ancora Sala. “E non è questo il modo di iniziare quella che dovrebbe essere la fase della piena rinascita.

Insomma, va bene osservare il fronte della cautela, ma senza spingersi ancora più in là e “offendere” la dignità di altri cittadini che, fino a propria contraria, hanno il passaporto italiano.

Per gli aperturisti, si dovrebbe far nascere una specie di “next generation”, di nuova generazione che abbia come credo la solidarietà e la comprensione. Il Paese ha vissuto un periodo difficilissimo da un punto di vista sanitario; ora ne sta attraversando un secondo ancora più delicato: quello economico da cui non si uscirà se tutti insieme non remeremo nella medesima direzione.

E’ come se l’intera popolazione fosse imbarcata su una stessa nave e tutti dovremmo pregare e lavorare affinchè si possa arrivare presto e bene al porto più vicino. Allora che dire? Che fare?

Da Palazzo Chigi e dintorni si lancia un unico grido: “Andiamo avanti senza pensare solo a noi stessi”. Soltanto così, se dal tre giugno prevarrà questa logica, “torneremo al passato”, in quel periodo in cui la maggioranza degli italiani vivevano bene e con pochi pensieri.

Ora, dobbiamo fare altri passi da gigante, di modo che anche quella minoranza di “sofferenti” la smetta di essere tale e possa un giorno ottenere quei benefici che adesso gli mancano.