Quando un po’ di calo delle tasse c’è, allora qualcuno, solo qualcuno, lo intercetta e lo fa suo, solo suo. Quando il governo ha tagliato l’Iva su alcuni prodotti e merci per l’infanzia e la famiglia, quando l’Iva su latte artificiale e pannolini e seggiolini è stata abbassata dal 22% al 5%, qualcuno, solo qualcuno, si è tenuto e ha fatto suo il taglio della tassa. Da 22 a 5 ci sono 17 punti percentuali, bene, anzi male: il prezzo alla vendita di latte, seggiolini e pannolini non è calato del 17 per cento. E neanche del 14 o del 13 o del 12 per cento…Il prezzo è calato in media tra il due e il tre per cento. Quindi qualcuno, solo qualcuno, si è preso e ha fatto suo e solo suo il 14 per cento che manca all’appello tra il meno 17 del taglio Iva e il meno tre del calo prezzi.
Questo qualcuno sono le case produttrici e la filiera della distribuzione e commercializzazione. Anche a voler immaginare si siano rifatti dei maggiori costi da inflazione (stima al 10 per cento?), resta ancora un 4 per cento, una tranche di qualcosa che potrebbe essere definito extra profitto. Aziende e imprese commerciali del settore hanno trattenuto come spugne il calo dell’Iva, assorbendolo integralmente nei propri bilanci. Iva che cala del 17 per cento, prezzi che calano del 3 per cento. Sembra un caso strano ma strano non è. Qui da noi purtroppo sfiora l’ordinario.