Jesi in fibrillazione. Tutti mobilitati per “il Mancini day “, sindaco e parroco in testa. Torna a casa il Mancio con la Coppa vinta a Wembley e i concittadini gli hanno preparato un mercoledì torrido come accade nel sambodromo di Rio.
Previsto pure uno show al Palasport, condotto da Marino Bartoletti da Forlì. Biglietti “bruciati “ in due ore. Tutto esaurito. Resta la diretta web che si potrà seguire dal sito del Comune.
La Jesi di Roberto Mancini
Il c.t. della Nazionale di calcio neo campione d’Europa era già stato nella sua Jesi in estate per seguire la mamma malata. Nella occasione aveva incontrato centinaia di compaesani, fatto selfie, foto, autografi. Molti ricorderanno la foto del c.t. azzurro in fila davanti al pizzicagnolo – calzoni corti mani in tasca, occhiali scuri – aspettare il suo turno tra massaie e pensionati. La foto ha fatto il giro del mondo, esempio di umiltà e senso civico. Un’aria di paese e di semplicità diventata contagiosa.
Porta e Porta e la diretta da Jesi
Parola del sindaco Massimo Bacci ( lista civica, secondo mandato ). Che rivela :” Grazie a lui, più turisti “. Anche Bruno Vespa ha voluto scoprire questo gioiello marchigiano che 56 anni fa ha dato i natali al Mancio. E ha spedito una troupe televisiva e l’inviato Mauro Gilberti a raccogliere curiosità e aneddoti.
La prima puntata della nuova stagione di “ Porta a porta “ è dedicata a Roberto Mancini e ai suoi amici di sempre. Quelli cioè con cui esce in bicicletta, condivide un bombolone alla crema in riva al mare, vive a pieni polmoni la jesinita’.
Al Palasport riceverà il titolo di “ Ambasciatore di Jesi nel mondo”. E sarà ricostruita una carriera sportiva che lo ha visto calciatore in quattro squadre (Bologna, Sampdoria, Lazio, Leicester) e allenatore di otto club di cui tre stranieri (Manchester City, Galatasaray, Zenit San Pietroburgo). Ricco il palmares, anche due scudetti , sei Coppa Italia, due Coppa delle Coppe Uefa. Chiude mamma Marianna:”
Roberto qui è cresciuto beato fra la famiglia, il pallone, gli amorini. Qui si vive ancora come una volta, come quando Roberto si preparava il suo sfilatino di prosciutto e poi usciva per andare a giocare a calcio. Comunque devo dire che è sempre stato bravo. Vivace ma bravo “.