Killer quotidiani una mano al volante, l'altra allo smartphone. Come gli ubriachi Killer quotidiani una mano al volante, l'altra allo smartphone. Come gli ubriachi

Killer quotidiani una mano al volante, l’altra allo smartphone. Come gli ubriachi

Killer quotidiani una mano al volante, l'altra allo smartphone. Come gli ubriachi
Killer quotidiani una mano al volante, l’altra allo smartphone. Come gli ubriachi (Ansa)

ROMA – Killer quotidiani, pericolosi e letali come gli ubriachi al volante. Ma sono molti di più, enormemente più numerosi di coloro che guidano ubriachi. I killer quotidiani sono quelli una mano al volante e l’altra allo smartphone. Killer ogni giorno, ovunque, sempre. Perché distogliere gli occhi per guardare uno schermo sia pure per due secondi (quando sono due) vuol dire percorrere decine di metri senza vedere, guardare. Vuol dire guidare come e peggio di ubriachi.

Eppure i killer quotidiani sono centinaia di migliaia, anzi, diciamola tutta, milioni. Sono la maggioranza di coloro che guidano. Basta guardare un traffico cittadino o una corsia di super strada o autostrada. L’uomo impegnato alla guida è  costantemente impegnato anche in una conversazione telefonica. Non di rado, quando la interrompe, distoglie lo sguardo dalla strada e lo rivolge allo smartphone per verificare se messaggi, mai, wathsapp…un secondo, che sarà mai? La donna impegnata alla guida non è da meno, unica variante significativa non molla lo smartphone neanche quando manovra per parcheggiare.

Non c’è differenza di comportamento tra le età e i sessi: tutti ritengono possibile, anzi doveroso, impegnare non più della metà della propria attenzione nel guidare, l’altra nel telefonare o affini. In moto come e più che in auto. A milioni ogni giorno sulle strade un comportamento da killer. Comportamento socialmente accettato dalla gente, dai più. Spesso addirittura rivendicato come un diritto che non può essere conculcato.

Ad una eventuale e rarissima contestazione da parte di un vigile, si leva sempre l’indice della mano ad indicare l’esimente universale da ogni responsabilità, insomma “l’attimino”. Telefonare e messaggiare si può e si deve, secondo questi canoni si comporta la gente. Guidando di fatto spesso nella giornata come ad occhi bendati per qualche secondo. Oppure come ubriachi.

Però agli ubriachi o a chi guida sotto l’effetto di stupefacenti si ritira la patente. A chi guida guardano lo smartphone non si ritira un bel nulla. Neanche la multa teorica di 647 euro contro cui si va a sbattere se si è davvero molto sfortunati. Talmente vasta e diffusa è l’abitudine de l guidare metà telefono metà volante che andrebbero multati tre su quattro in ogni strada e momento. Quindi, come d’abitudine da noi, non si multa nessuno. Ogni tanto, proprio ogni tanto qualcuno. Eccezioni.

Ora la Polizia Stradale ha proposto di togliere la patente a chi guida da killer una mano al volante, l’altra allo smartphone. Disattenta, l’informazione ha creduto di vedere un pronto no giudiziario nella sentenza che dice la patente può essere ritirata solo se guidi ubriaco o drogato. Non era un no al ritiro patente se usi smartphone alla guida, era un no al ritiro automatico patente se c’è stato incidente con gravi danni alle persone. Ma l’informazione ha fretta e ha fatto una somma di mele e pere. Il no, il vero no al ritiro della patente per chi guida da killer allo smartphone viene e verrà dalla gente. Che al suo diritto di restare connessa come e quando le pare con chi le pare non rinuncia. Letteralmente neanche morta.   

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