La Grecia affonda la banda Kalimera

Alexis Tsipras (foto Ansa)
Alexis Tsipras (foto Ansa)

ROMA – Giuseppe Turani ha pubblicato questo articolo anche sulla rivista Uomini & Business col titolo: “La Grecia affonda la banda Kalimera”.

Come già anticipato ieri è ormai molto probabile che la Grecia sia vicina alla conclusione della sua lunga e tormentata odissea. Il governo di Atene ha presentalo una proposta che comporta 12 miliardi di tagli: pensioni baby, Iva e un po’ di tasse in più (sugli armatori, ad esempio). In cambio, ovviamente, chiede una cinquantina di miliardi per tirare avanti qualche anno. Tutte cose che poteva ottenere un mese fa, ma che non ha accettato prima perché voleva sfasciare l’Europa dell’austerità (che invece è ancora al suo posto).

Non si sa ancora quale sarà, ovviamente, la risposta dei 28 capi di Stato che si riuniranno domenica per decidere, ma è abbastanza probabile che si arrivi a un sì. Ognuno di loro avrebbe voglia di mandare la Grecia a quel paese, ma la mediazione della signora Merkel dovrebbe riuscire a calmare gli animi e portare il gran consiglio a accettare le proposte di Atene.

I mercati danno segno, già da ieri, di puntare su questa soluzione. Storia finita quindi? Sembrerebbe di sì. Quindi smobilita anche quel gruppetto di premi Nobel sfaccendati che nei giorni scorsi si erano agitati a favore di Tsipras e di Varoufakis nel tentativo di difendere ciò che non era difendibile.

E resta senza lavoro e senza missione anche la ridicola armata Kalimera (da Salvini a Fassina, passando per la Meloni, e Grillo, presidente onorario D’Alema). Erano corsi in gran massa a Atene nel giorno del referendum, avevano dette sciocchezze infinite, parlato a vanvera del coraggio di un popolo contro le banche e le oligarchie europee. Bene, la Grecia si presenterà davanti ai suoi aguzzini e molto probabilmente otterrà i mezzi finanziari per andare avanti.

Banda Kalimera, quindi, senza lavoro e, soprattutto, senza missione: la loro idea era quella di usare le sofferenze del popolo greco per fare a pezzi l’Europa (e tornare a una trentina di monete nazionali), ma sono stati sconfitti clamorosamente.

Adesso questo impasto di fascisti, di sfascioleghisti, di comunisti d’antan dovrà puntare su qualcun altro. La scelta non è molta in Europa, anche se ormai si è visto che l’armata Kalimera non va tanto per il sottile.

In pratica restano i fasciosfascisti del movimento 5 stelle in Italia, la signora Le Pen in Francia (che più fascista non si può) e Podemos in Spagna.

Il panorama, come si vede, non offre molto. E il compagno D’Alema, che aveva puntato tutte le sue carte su un ribaltone europeo per tornare a avere un ruolo di primo piano, dovrà tornarsene mestamente al suo modesto commercio di vini e può considerare davvero chiusa la sua non brillantissima carriera politica e anche la serie infinita delle sue spregiudicate manovre politiche.

Non ci sono previsioni (o consigli) invece per gli altri componenti della brigata Kalimera. Dileggio e Grullo sono sempre lì che si attaccano a qualunque cose pur di arrivare a palazzo Chigi con la loro banda di asinelli, la Meloni continua a sparare cretinate una dopo l’altra sperando di raccattare comunque un po’ di voti, Salvini gira con le sue ruspe sperando che basti una ruspa per essere il leader della destra italiana (una volta lui era comunista, ma va bene lo stesso). Del giro Landini-Fassina non vale nemmeno la pena di parlare: vivono su un mondo alieno, di cui non possediamo le mappe e di cui forse non conosciamo nemmeno la lingua. E così via.

Questa non è politica. Abbiamo a che fare con un gruppo di tipi strambi, sfaccendati, autentici prodotti del disordine mondiale, privi di qualsiasi cultura politica, pronti a ogni bassezza pur di conquistare il potere. Potere che comunque perderebbero quasi subito per manifesta incapacità e di fronte al disprezzo collettivo dei mercati.

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