Le Borse crollano. Turani: speculazione per comprare a zero

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 22 Gennaio 2016 - 07:08 OLTRE 6 MESI FA
Le Borse crollano. Turani: speculazione per comprare a zero

Giuseppe Turani: il crollo delle Borse è colpa della speculazione

Le Borse di tutto il mondo crollano, inesorabilmente, scrive Giuseppe Turani in questo articolo pubblicato anche su Uomini & Business. Questo avviene per vari motivi:

rialzo del costo del denaro in America e rallentamento dell’economia. Nessuno di questi eventi, però, giustifica quello che sta avvenendo.

Il rialzo del costo del denaro in America è stato quasi impercettibile e si sapeva da almeno un anno. Il rallentamento dell’economia mondiale è nell’ordine dei decimali. E quindi l’unica spiegazione possibile rimane quella di una gigantesca opera di riallocazione dei soldi (in qualche caso drammatica, se è vero che persino l’Isis ha dovuto ridurre la paga ai suoi soldati). Ma nel caos di questi giorni entrano, e alla grande, anche elementi speculativi. Molti titoli ormai registrano prezzi ridicoli. Non dico inferiori al valore dei mobili d’ufficio, ma quasi.

Si vuole buttare giù tutto per ricomprare poi quello stesso tutto a prezzi stracciati e intanto si viaggia in mezzo alle incertezze del momento (che esistono) con poco carico. Viene in mente un episodio di molti anni fa. Il più grande operatore di borsa di allora, Aldo Ravelli, una mattina va in piazza Affari e annuncia: vendo tutto, dalla a alla zeta. Panico, quotazioni che crollano, sguardi puntati su Ravelli. Alla fine, un operatore si avvicina e timidamente chiede: che cosa succede? Niente, è la risposta, porto in crociera la mia signora e mi piace viaggiare leggero.

Ecco oggi i grandi operatori dei mercati danno la sensazione di essere in crociera. Hanno visto mare mosso (Medioriente, petrolio, tassi, ecc.) e hanno deciso di buttare a mare i bagagli. Ma, oltre a questo, c’è anche un calcolo speculativo chiarissimo.

Basta guardare la Borsa italiana, dove le banche vengono maltrattate ogni giorno con tonfi paurosi. Perché? Perché ne sono appena fallite quattro e ce ne sono un’altra decina sospettate di non avere i conti a posto. Inoltre, il sistema bancario nel suo complesso ha 200 miliardi di crediti, in sofferenza: i soldi cioè non ci sono più, spariti. Allora anche il ragioniere di Busto Arsizio e il geometra di Tortona vendono titoli bancari. Perché non provarci? Tanto andrà tutto a rotoli.

E ci sono poi elementi preoccupanti. Il Monte Paschi di Siena, ad esempio, ormai vale sul listino meno di un quinto del suo patrimonio netto: è evidente, in questo caso, che si vuole andare al default, al fallimento, non esiste altra logica. Probabilmente per guadagnare dei soldi, per generare altro panico, ma anche per comprare, fra un po’, lo stesso Monte per due soldi (Mediobanca?). A quanto risulta ci sarebbe in questo momento un solo compratore di Monte Paschi: il finanziere Davide Serra, l’unico non ribassista e che ha capito che a questi prezzi il Monte Paschi è già regalato.

Secondo alcuni, poi, ci sarebbe un motivo in più, si dice. La polemica Ue-Renzi non sarebbe casuale. Dalla cancelliera Merkel sarebbe partito l’ordine per fare fuori il Governo italiano, come nel 2011 con Berlusconi. Ma è una follia. Di tutto può aver bisogno l’Europa in questo momento, meno che di una crisi di governo (e di sistema) in Italia. Inoltre la stessa signora Merkel attraversa un momento non facile e non  avrebbe alcun interesse a creare un terremoto politico (e economico) nel terzo paese dell’Unione. Di questi tempi nessuno ha interesse a aprire delle crisi: ce ne sono già tante.