ROMA – Tutti sanno che i combattenti più duri, quelli duri come chiodi, sono i tedeschi, i giapponesi, gli inglesi, gli americani, i Gurka. Gli italiani no, a parte qualche raro episodio tipo prima Guerra Mondiale. Sono poeti, navigatori ecc. ma temibili soldati, no.
Lo sono stati ai tempi dell’antica Roma, ma poi travolti come soldatini di piombo dai combattenti venuti dal nord fin dentro il Medioevo dove sono spariti per secoli. I succitati popoli del nord vantano le e sono orgogliosi delle loro tradizioni militari, in vittoria e in sconfitta.
Nell’Italia imbevuta di sinistrismo, fino a non moltissimo tempo fa era considerato ”fascista” persino parlare di Patria, o, più pedissequamente, tenersi in forma e farsi i muscoli con sport e palestre di pesi. Le femministe beffeggiavano i ”ragazzoni americani tutti muscoli e niente cervello” e preferivano omuncoli deboli e remissivi, tipo Patagonia Patsies. Certo, per loro era più comodo e la davano molto più volentieri.
Figuriamoci se questo è un Paese dove si può liberamente parlare di orgoglio militare o dove esistono corpi seppure remotamente simili alle Forze Speciali o alla Delta Force americane o alle teste di cuoio tedesche o ai Kamikaze giapponesi o ai Royal Commandos inglesi.
No, da noi invece esistono motovedette della Marina che vanno a salvare i migranti sui barconi nel canale di Sicilia e poi alzano bandiera bianca (una scena diventata virale su internet) davanti ad un gruppo di armati fino ai denti. Si rimane esterrefatti davanti ad un episodio del genere. Ma, attenzione, pronta la spiegazione di chi ci governa: la motovedetta era disarmata.
Davvero? Voglio dire: una unità della nostra gloriosa marina che di questi tempi si avventura nel canale di Sicilia, ad un tiro di schioppo dal Nord Africa dove l’Isis spadroneggia praticamente indisturbato decapitando, crocifiggendo, bruciando, stuprando e via discorrendo, con una nave DISARMATA? Ascoltate: c’è da essere grati agli scafisti che oltre a riprendersi il barcone dei migranti non hanno fatto a pezzi l’innocente equipaggio della infelice motovedetta. Come la vedo io, la cosa non avrebbe sorpreso nessuno.
Ma in questo periodo l’Italia e l’Europa, che i fanatici vogliono assoggettare magari prima facendo saltare in aria San Pietro e il colonnato circostante, non combattono come dovrebbero, duri come chiodi come lo sono i nostri nemici, ma condannano e balbettano, niente di più. Sapete quanto gliene frega ai boia dell’Isis? Quando a Renzi balugina l’idea che essendo l’Isis, come ha avvertito il premier egiziano, ”a sud di Roma”, dovremmo essere pronti a batterci, aggiunge subito ”con l’Onu”. Davvero signor premier? Sorprende che una persona intelligente come lei creda che i Caschi Blu insieme con l’Italia potrebbero fermare la furia infernale degli estremisti mussulmani. Vede, signor premier, i Caschi Blu sono peacemakers, in guerra sono roba da ridere, ed a noi in questo frangente non servono peacemakers perchè finirebbero sgozzati uno per uno.
Un capo degli Stati Maggiori Riuniti degli Usa ebbe a dire una volta che quei poveretti ”wouldn’t know how to fight their way out of a wet paperbag”, ovvero non saprebbero combattere neanche per uscire da una busta di carta bagnata. Qualcuno si scandalizzerà, ma per fermare l’Isis occorre una guerra, una guerra vera, e non motovedette disarmate. Mino Fuccillo scrive su questo giornale che la guerra dovremmo farla per salvare la nostra pelle, ma che non possiamo farla. Ha ragione, ma ha torto. Dovrebbe chiedersi e spiegare invece per quale forma, tra l’altro, di ignobile codardia non possiamo farla.
Ma ve lo dico io perché. Perché una delle ragioni per cui non possiamo farla è perché l’Italia e l’Europa, inebriati, insonnoliti e mesmerizzati da decenni di pace e pacifismo della sinistra spendono nel settore difesa il 2 per cento dei loro Pil, se non meno, di contro al 3 per cento minimo concordato (Si Vis Pace Para Bellum, dicevano i romani, che, loro sì, la guerra la sapevano fare) in sede Nato con gli Stati Uniti che da anni si sbracciano a dire: ”Sentite, noi non possiamo difendervi tutti e sempre, vi difendiamo, vi abbiamo difeso dal nazismo, dal comunismo, vi abbiamo difeso dalla minaccia delle divisioni corazzate sovietiche, vi abbiamo sfamati nel dopoguerra, ma ora che avete di fronte un altro nazismo, alla vostra difesa dovete pensare anche voi”. Parole sante. Ma qualcuno ha ascoltato? Beh, per dirla all’americana, no way.
Naturalmente ora si pagano le conseguenze. Qualcuno potrebbe obiettare: Guerra Fredda finita da anni, comunisti sovietici seppelliti dalla storia (ma ora c’è Putin perché è più pericoloso di, cito a caso, Nikita Kruscev, che seppur minaccioso quando sbatteva le scarpe sul suo seggio all’Onu, sapeva bene cosa significa MAD, Mutual Assured Destruction, Distruzione Reciproca Assicurata, in caso di guerra nuke con gli Usa). C’è da chiedersi se anche Putin conosce bene quella sigla coniata dagli americani (le iniziali formano la parola Pazzo).
Ma per tornare nel Mediterraneo, sono semplicemente ridicole le affermazioni di certi governanti, in Italia e nel resto d’Europa, che di fronte agli orrori Hebdo ecc. dell’ Isis esprimono ”sdegno” e ”condanna” dalle loro fottute auto blu ma non muovono un dito per andare in guerra. Non hanno i mezzi per farlo? Se li facciano dare dagli americani che ne hanno più, molto più, del necessario, beati loro. Ma naturalmente per combatere l’Isis ci vogliono anche gli uomini, quelli duri come chiodi, non i pacifisti evidentemente ignari della sorte che potrebbe aspettarli.
La dottrina militare insegna che per debellare un nemico non bastano i bombardamenti aerei: ad un certo punto devono intervenire le truppe sul terreno. Ora, l’Europa ha qualcosa di simile ai marines o alle Special Forces degli a volte tanto deprecati Stati Uniti d’America? No. E perché non se li è fatti? Il sospetto di fronte alla irresponsabile compiacenza degli Europei davanti al dilagante cancro dell’Isis è che, ancora una volta, a salvarli dai mussulmani sperano che siano gli Usa, con la loro terrificante potenza militare e soldati duri come chiodi.
Ma gli Usa non lo faranno, di salvataggi europei militari ed economici gli americani ne hanno avuto abbastanza. O forse lo faranno quando un maledetto mussulmano imbottito di tritolo si farà salare in aria portandosi appresso l’Empire State Buiding e alcune mgiliaia di persone a Midtown Manhattan. Ma se questo dovesse accadere, vorrebbe probabilmente dire che l’Europa come la conosciamo oggi non esiste più. La soluzione all’orrore Isis? Qualcuno negli States comincia timidamente a sussurrarla.
Ricordare: verso la fine della guerra in Vietnam in alcuni circoli militari e candidati presidenziali Usa (vedi Barry Goldwater: ”EXTREMISM IN THE DEFENCE O LIBERTY IS NO VICE)), mentre era chiaro che ”perso” il Vietnam una buona parte dell’Indocina stava per cadere in mano ai comunisti (cosa successa con poi una sequela di tremendi risultati, ora parte della storia mondiale quasi dimenticata), cominciarono a parlare di ”Nuke Them Into The Stone Age”, bombardare i comunisti con l’atomica fino a ridurli all’età della pietra.
Ma come tutti sanno gli americani erano contrari alla guerra in Vietnam, e se la prendevano col presidente Lyndon Baynes Johnson – quando la guerra in Vietnam era stata avviata dal venerato donnaiolo John F. Kennedy – urlando LBJ, LBJ, How Many Kids Have You Killed Today?, e non se ne fece nulla. Ma se gli americani alla guerra in Indocina fossero stati favorevoli come lo furono alla guerra contro Germania nazista e Giappone imperiale, un’atomica su Hanoi, come quelle su Hiroshima e Nagasaki, avrebbe risolto tutto in quattro e quattr’otto. Non è andata così e tra l’altro in Cambogia nacquero i Khmer Rossi, all’inizio sostenuti dalla sinistra (perfino da uomini come Tiziano Terzani), nonostante che quanto ad orrori storicamente e strettamente imparentati con l’Isis.
Sto dicendo che bisognerebbe nuke the hell out of the goddam muslims fundamentalists? A questo punto, quando l’Europa è sotto attacco, può darsi. Ma come, e dove senza annientare le vite di migliaia di innocenti sotto il giogo dei criminali che usurpano il nome di Allah? Fuccillo scrive che l’Italia non può da sola fare la guerra, né quella vera, né quella soft. Vero. E comunque non farebbe alcuna differenza.
Purtroppo per noi non sembra che la vogliano fare neanche gli americani, almeno non fino a quando salterà in aria dopo le Torri Gemelle anche l’Empire State Building. Allora cosa bisogna fare perché qualcuno, qualcosa, distrugga l’Isis? Rispondono i pastori Battisti del Deep South: ”Pregate, fratelli, pregate”, quel Deep South che pure nella guerra civile mostrò di avere combattenti duri come chiodi.
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