PARIGI, FRANCIA – Adesso con Marine Le Pen tutti dovranno fare i conti e stare molto attenti a non commettere errori. In ascesa da tempo, il Fronte Nazionale per la prima volta punta a conquistare il potere in Francia. Alle comunali dell’anno prossimo proverà ad ottenere il massimo numero di consiglieri, così da forgiare la sua nuova classe dirigente. E alle europee, vuole vincere.
Sono finiti i tempi del vecchio patriarca Jean-Marie Le Pen, del razzismo strabordante, della xenofobia sfrenata, dell’intolleranza e del negazionismo. La figlia Marine, 45 anni, ha cambiato molto nel partito, anche se naturalmente i temi di estrema destra sono rimasti dominanti nella loro essenza. Soprattutto, ha saputo avviare il lento cammino di sdoganamento del Fronte, per anni relegato a bestia nera inavvicinabile dal sistema politico francese. Ora accade invece che Nicolas Sarkozy, per recuperare voti nella rincorsa poi fallita al bis presidenziale, insegua i temi cari alla Le Pen senza alcuna remora. E, addirittura, che l’ex premier Francois Fillon, qualche giorno fa, non escluda di consigliare ai suoi di far confluire i voti sull’estrema destra nel caso di duelli con i socialisti dai quali l’UMP sia escluso.
”Consiglierei di votare il candidato meno fazioso”, ha detto Fillon che ha la fama di moderato, lasciando di stucco i benpensanti della sua destra. Ma la Francia è cambiata e Marine Le Pen punta sul fatto che cambierà ancora parecchio nei prossimi mesi di crisi, disoccupazione e criminalità in aumento. Tanto che se fino a qualche settimana fa erano pronti i piani per conquistare tre o quattro arrondissement nelle comunali di Marsiglia, la seconda città di Francia da tempo in mano alle bande criminali e trafficanti di droga, adesso non si esclude più una possibile conquista del municipio.
Nei corridoi in cui si è lavorato per preparare il congresso estivo, che si è svolto proprio a Marsiglia, in molti pensano che l’exploit vero e proprio di Marine sarà alle europee. In quell’occasione, su di lei e sul suo discorso anti-Bruxelles e anti-euro confluirà tutto il malcontento accumulato in questi anni dai francesi: crisi, scelte politiche ed economiche imposte dall’Europa, immigrazione, insicurezza, disoccupazione dilagante. Il Fronte nazionale, alle europee, punta a diventare il primo partito di Francia.
Intanto il Fronte ha annunciato al suo popolo di essere pronto a gestire le città e i piccoli centri, contraddicendo la politica del vecchio Le Pen che privilegiava le elezioni nazionali. Stavolta, Marine non punta al numero di Comuni, ma a quello dei consiglieri: 623 capilista saranno presentati dal Fn, 515 dei quali in centri di oltre 3.500 abitanti, tutte persone formate adeguatamente per evitare sbandate e figuracce del passato. Il Fronte è diventato “professionale” assicura Marine, che aggiunge: “oggi siamo perfettamente pronti per essere messi alla prova e mettere in pratica, nel rispetto della legge, le nostre idee in un Consiglio comunale”.
I Comuni e l’Europa saranno due trampolini di lancio, nella strategia della bionda e attraente Marine, che ha ringiovanito i quadri, accompagnando gentilmente alla porta della pensione i coetanei del padre e la generazione “che ha fatto la guerra”. L’obiettivo resta la conquista del potere, tanto che un partito da sempre antisistema, si preoccupa oggi persino del ricambio dei funzionari dei servizi (gli 007 della DGS) che fossero “ostili” in un futuro governo Fn. Marine, che sa bene quali poteri possono esercitare, sta preparando un “pool” per sostituirli: “nessuna caccia alle streghe – assicura Steve Briois, 41 anni, padre operaio, segretario del partito da quando nel 2011 la Le Pen fu eletta presidente – dove le cose andranno bene non cambieremo. Ma non lavoreremo con gente nella quale non abbiamo fiducia. I DGS dovranno essere in osmosi con noi”.