BELGIO, BRUXELLES – Tagli drastici alla spesa e ai posti di lavoro, ampissime privatizzazioni per fare cassa, aumento delle tasse, ma anche riforme per aprire il mercato del lavoro e per rendere efficiente l’amministrazione pubblica che non riusciva, ad esempio, ad assicurare che i cittadini pagassero le tasse.
Il Memorandum firmato dal governo greco con la troika in cambio degli aiuti è una lista di centinaia di misure che coprono praticamente tutte le aree su cui può agire uno Stato a livello centrale, realizzate solo in parte.
AGLI E TASSE. Le più dolorose per i cittadini sono senz’altro i due miliardi di aumento di tasse e gli 11,5 miliardi di tagli in due anni che nel settore pubblico hanno messo in mobilità 25 mila lavoratori, ridotto gli stipendi del 20%, aumentato l’età pensionabile e ridotto tutte le pensioni sotto i mille euro. Ma oltre all’Iva, alle addizionali sul reddito e alla tassa sulla casa, che colpiscono in modo indiscriminato, è stata anche introdotta una tassa sui beni di lusso e sulle barche ormeggiate nei porti. Ed è stata tagliata la spesa per la difesa di 500 milioni all’anno.
DISMISSIONI. Per trovare fondi anche il piano di privatizzazioni è molto vasto: 11,5 miliardi entro il 2015, compresi il porto del Pireo e quello di Salonicco, più una valutazione da parte di un’Authority di quasi tutte le proprietà dello Stato, in vista di future vendite o cartolarizzazioni.
RIFORME. Tra le più contestate c’è la riduzione del salario minimo, in teoria a fin di bene, ovvero per favorire l’assunzione dei disoccupati. Ci sono poi quelle utili come il taglio del cuneo fiscale e la creazione di un sistema efficiente di riscossione delle tasse e un controllo sui datori di lavoro che non pagano i contributi, che ha ridotto l’evasione con ricavi di oltre un miliardo all’anno.
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