Al Qaeda è sull’orlo del collasso, dicono funzionari dell’intelligence Usa

Ayman al-Zawahiri, il successore di Bin Laden

WASHINGTON, STATI UNITI – Funzionari dell’antiterrorismo Usa sono sempre più convinti che l’uccisione di Osama bin Laden e l’offensiva settennale dei droni della Cia hanno spinto al Qaeda sull’orlo del collasso, a quanto riferisce il Washington Post. E la Cia, assieme ad altri settori dell’intelligence, ritengono che ancora pochi colpi potrebbero estinguere del tutto l’organizzazione terroristica nascosta in Pakistan che ha organizzato e compiuto gli attacchi alle Torri Gemelle dell’11 setembre 2001.

I funzionari avvertono però che al Qaeda potrebbe riorganizzarsi e che anche la sua eliminazione non porrebbe fine alla minaccia terroristica, che è ora rappresentata da singoli militanti e piccoli gruppi combattenti. C’è poi la propaggine di al Qaeda nello Yemen che è considerata un enorme pericolo. Per combatterla, il presidente Barak Obama ha esteso l’offensiva contro di essa ed ha approvato la costruzione di una pista segreta nel Golfo Persico che sarà utilizzata dai droni armati della Cia.

Il ministro della Difesa Leon Panetta ha dichiarato durante una recente visita in Afghanistan che ”siamo prossimi alla sconfitta strategica di al Qaeda”, un’affermazione considerata dagli increduli un tentativo di sollevare il morale delle truppe e al contempo di difendere la decisione dell’amministrazione di por fine alla guerra decennale contro i talebani. Ma a sostegno della dichiarazione di Panetta si sa che sono intervenuti funzionari anziani della Cia e del National Counterterrorism Center, che hanno espresso i loro punti di vista in rapporti segreti al Congresso di Washington.

Diverso il discorso del senatore Saxby Chambliss, il più influente membro repubblicano del comitato sull’intelligence del Senato. ”Nella penisola arabica al Qaeda non è affatto sconfitta”, ha detto riferendosi alla sua propaggine nello Yemen, ”ma per quanto riguarda il nocciolo di al Qaeda in Pakistan abbiamo compiuto progressi che ci pongono nella posizione di pensare che possiamo vincere”.

Anche i critici delle azzardate dichiarazioni di Panetta concordano in parte con il suo punto di vista generale. ”Ma non avrei usato le parole ‘sconfitta strategica’ di al Qaeda”, ha dichiarato un funzionario anziano dell’antiterrorismo, ”perchè anche se fosse demolita la sua ideologia militante si è diffusa e resterà a lungo una minaccia”. Ma, ha aggiunto, se Panetta intende dire che l’abbiamo sostanzialmente resa incapace di sferrare attacchi catastrofici contro gli Stati Uniti, allora il ministro della Difesa ha ragione. ”E siamo vicini al punto di esserne sicuri”.

Principalmente a causa della morte di bin Laden, ha detto un funzionario dell’intelligence, ”possiamo considerare finita la jihad unita, globale e senza confini di al Qaeda, il che però non significa la fine di terroristi che cercheranno di colpire gli Stati Uniti”. Ayman al-Zawahiri, che ha preso il posto di bin Laden alla guida di al Qaeda, è tra i principali obiettivi rimasti in Pakistan. Ma è considerato un capo che crea divisioni e non è sicuro che riesca ad impedire che l’organizzazione terroristica si frantumi in piccoli gruppi regionali.

In ogni caso, avvertono i funzionari americani, l’influenza di al Qaeda durerà più delle sue ormai scarse capacità operative, ”perchè le organizzazioni terroristiche, anche più degli eserciti nemici, sono capaci di ricostituirsi”. ”Quello che non dobbiamo assolutamente fare – dicono – è considerare la lotta ad al Qaeda e affiliati alla stregua di una ‘missione compiuta”’.

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