Obama in Asia ha evitato Pechino ma la sua attenzione è concentrata sulla Cina

Obama in Manila
Obama in Manila

USA, WASHINGTON – Barack Obama in Asia evita Pechino, ma la sua attenzione e’ concentrata sulla Cina con il deteriorarsi delle relazioni fra Stati Uniti eil gigante asiatico  e la rinnovata attenzione americana allo yuan, la valuta cinese scesa ai minimi dal 2012. Una flessione accentuata che preoccupa perche’ non e’ ancora chiaro quanto sia dovuta alle forze di mercato o all’azione di Pechino.

Nelle sue tappe in Giappone, in Corea del Sud, in Malaysia e nelle Filippine, il presidente americano si e’ sempre rivolto a un ‘doppio’ pubblico: quello degli alleati americani, ovvero i Paesi che lo hanno accolto, e la Cina, ovvero il Paese che – secondo gli osservatori – piu’ beneficerebbe di una nuova Guerra Fredda fra Usa e Russia. In tutti i suoi interventi pubblici degli ultimi giorni, Obama ha da un lato rassicurato gli alleati e dall’altro messo in guardia Pechino a non aprire un nuovo fronte di tensione nel pacifico e a non emulare la Russia.

Il messaggio di Obama a Pechino e’ – secondo alcuni osservatori – chiaro: ”Non pensate che quello che Putin sta facendo nell’est dell’Ucraina sia cosi’ brillante da doverlo imitare. Non pensate che sia un modello che puo’ funzionare”. Ma non e’ solo l’equilibrio geopolitico a preoccupare Obama. L’amministrazione sta monitorando da vicino l’andamento dello yuan, sceso del 3,3% dall’inizio dell’anno rispetto al dollaro.

Un calo che aiuta l’economia cinese rendendo i prezzi dei prodotti ‘Made in China’ piu’ economici all’estero e che rende piu’ difficile la concorrenza per le aziende straniere. Il presidente Usa ha piu’ volte ‘intimato’ a Pechino di lasciar determinare l’andamento dello yuan dal mercato. Ma senza esito. E il recente deprezzamento preoccupa perche’ non e’ chiaro quanto sia il governo a spingerlo o quanto sia invece l’effetto di un rallentamento dell’economia cinese.

In evidente funzione anti-cinese, le Filippine e gli Stati Uniti hanno firmato, qualche ora prima dell’arrivo a Manila di Obama, un nuovo accordo di difesa che permette una maggiore presenza militare americana nell’arcipelago, sullo sfondo di contenziosi marittimi con la Cina. Il ministro filippino della difesa, Voltaire Gazmin, e l’ambasciatore statunitense Philip Goldberg, hanno firmato un accordo decennale percepito come un elemento di riequilibrio della politica strategica di Washington nei confronti dell’Asia.

Obama ha sottolineato che questo accordo aprira’ la strada a una cooperazione militare rafforzata tra i due paesi senza pero’ prevedere una presenza permanente di militari americani come e’ stato in passato per decenni. ”Una cooperazione piu’ stretta tra le forze americane e filippine – ha detto il presidente in un messaggio scritto al canale televisivo filippino ABS-CBN – permettera’ di migliorare le loro capacita’ congiunte di addestramento e di operativita’, e di rispondere piu’ rapidamente a tutta una serie di situazioni”.

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