Spazio. 45 anni dopo lo sbarco sulla Luna, prossima tappa Marte

Il futuro: astronave verso Marte
Il futuro: astronave verso Marte

USA, CAPE CANAVERAL – L’arrivo del primo uomo sulla Luna, il 20 luglio di 45 anni fa, era la realizzazione di un sogno. In pochi anni la corsa allo spazio aveva portato a un progresso senza precedenti, con la costruzione di giganteschi razzi come i Saturno, e capsule capaci di raggiungere l’orbita lunare e di riportare a Terra equipaggi umani.

E’ stata una corsa avvenuta dietro la spinta implacabile della competizione con l’allora Unione Sovietica, ma anche forte di un entusiasmo senza precedenti, che nasceva dalla consapevolezza di essere sul punto di varcare il confine di un territorio ignoto come lo spazio.

”Se la missione chiamata Apollo 11 avrà successo, l’uomo realizzerà il sogno, inseguito a lungo, di camminare su un altro corpo celeste”, aveva detto la Nasa 45 anni fa, nel 1969, ai giornalisti arrivati a Cape Canaveral, Florida, per seguire il lancio del Saturno V. Alto 110 metri e pesante oltre 2.000 tonnellate, il Saturno V era un gigante silenzioso sulla rampa di lancio 39A del Kennedy Space Center. La navetta Apollo con i tre uomini era rannicchiata sulla sommità. Era il simbolo di un’America decisa ad accaparrarsi il primato della corsa allo spazio. A bordo c’erano il comandante Neil Armstrong, il pilota del modulo di comando Michael Collins e il pilota del modulo lunare, Buzz Aldrin.

Armstrong e Aldrin erano gli astronauti destinati a camminare sulla Luna. Oggi la Nasa vuole rivivere il sogno guardando a Marte e il confine dell’ignoto si è spostato ben oltre l’orbita terrestre. Le sonde lanciate in questi 45 anni hanno raggiunto Marte, Venere, Giove, Saturno e le sue lune misteriose, la Voyager 1 ha varcato i confini del Sistema Solare e continua a mandare segnali dallo spazio interstellare, i telescopi spaziali riescono a vedere lontanissimo, catturando immagini di altri sistemi planetari e delle prime stelle nate dopo il Big Bang.

Per la fantastica avventura marziana, che ricorda il film-cult del 1968 del visionario regista Stanley Kubrik A Space Odyssey, si guarda innanzitutto al programma Orion, la capsula costruita per la Nasa dalla Lockheed Martin e basata sulla navetta automatica Atv (Automated Transfer Vehicles), realizzata dalla Astrium per l’Agenzia Spaziale Europea (Esa). Il primo volo, senza uomini a bordo, è atteso in dicembre e per la Nasa è il banco di prova per testare la tecnologia capace di portare il primo equipaggio umano sul pianeta rosso.

Se rispetto a 45 anni fa sappiamo molto di più sullo spazio e sull’universo, il sogno dell’esplorazione è più vivo che mai. Questa volta, però, non sono in gioco solo due grandi potenze. La Stazione Spaziale, possibile piattaforma verso future missioni su Luna e Marte, nasce dalla collaborazione fra le agenzie spaziali di Stati Uniti, Russia, Europa, Giappone e Canada. La Cina sta allestendo il proprio avamposto in orbita con il suo ‘Palazzo del Paradiso’, la stazione spaziale Tiangong 1; l’India ha inviato una sonda nell’orbita lunare. La Luna di nuovo, ma soprattutto Marte, sono il nuovo sogno dell’esplorazione spaziale, ma adesso c’è la consapevolezza che nessun Paese potrà mai realizzarlo da solo. Ed è bene che sia così.

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