Usa. Fed, si chiude era Bernanke, al suo posto Janet Yellen

Licinio Germini
Pubblicato il 17 Dicembre 2013 - 11:30 OLTRE 6 MESI FA
Ben Bernanke

Ben Bernanke

USA, WASHINGTON – L’ultimo capitolo dell’era Ben Bernanke, l’uomo che ha evitato la ‘Grande Depressione’ attuando le lezioni apprese sui banchi di scuola sul periodo nero dell’economia mondiale e scrivendo lui stesso la storia. Mercoledi 18 dicembre sara’ la sua conferenza stampa d’addio come presidente della Fed: il suo mandato scade il 31 gennaio ma il suo compito potrebbe dirsi chiuso in settimana con l’attesa conferma di Janet Yellen alla guida della banca centrale dal 1 febbraio. In un momento quasi profetico durante l’audizione per la sua conferma nel 2005, quando lo nomino’ l’allora presidente George W. Bush, Bernanke aveva detto: ”Faro’ tutto quello che posso per essere preparato a qualsiasi cosa possa accadere”.

Ci sono voluti 18 mesi da allora per offrirgli la chance di mostrare tutta la sua preparazione, dando seguito all”impegno’ preso a una conferenza del 2002 in onore dei 90 anni del premio Nobel Milton Friedman, quando chiese scusa a nome della Fed per la Grande Depressione e assicuro: ”Grazie a te, non faremo piu” gli stessi errori. Solo negli anni si riuscira’ a valutare a pieno la portata della sua azione ma – secondo gli osservatori – Bernanke quando uscira’ fra sette settimane dal palazzo della Fed ”potra’ farlo a testa alta”, da eroe e salvatore: senza di lui e le sue scelte, con i tassi quasi a zero e tre round di acquisti di asset che hanno inondato i mercati di liquidita’, l’economia mondiale si troverebbe in uno stato peggiore.

Bernanke coglie l’occasione delle celebrazioni dei 100 anni della Fed, alle quali si presenta con gli ex presidenti Paul Volcker e Alan Greenspan, per tracciare un primo bilancio dei suoi anni alla guida della banca centrale, ripercorrendo il suo operato e ricordando la sua spinta a una maggiore trasparenza, che ha aiutato ad aumentare la fiducia nella Fed. Se da un lato e’ vero che e’ gia’ criticato per essere uno dei complici della crisi, uno fra i molti che non e’ riuscito a prevenirla, dall’altra parte e’ vero che non l’ha attivamente causata. ”La politica monetaria e Ben Bernanke non sono magici” afferma il Financial Times, sottolineando come sotto la sua guida la Fed si e’ trasformata, uscendo dall’alone di mistero che fin dagli inizi l’ha circondata e aprendo a una maggiore trasparenza.

Una delle modalita’ per valutare Bernanke, forse la piu’ corretta, e’ quella di guardare ai numeri, e soprattutto a quello dell’inflazione: nei suoi otto anni alla guida della banca centrale, e nonostante la crisi, il tasso di inflazione medio e’ stato dell’1,8% contro un target del 2% della Fed: ”se il suo impegno e’ stato quello di evitare la deflazione, allora ha avuto successo”. La Fed oltre alla stabilita’ dei prezzi ha nel mandato anche la piena occupazione e, anche su questo fronte, molti risultati, anche se non ottimali, sono stati raggiunti.

Quattordicesimo presidente della Fed, Bernanke ha studiato a Harvard e al Mit, per poi insegnare a Princeton, prima di approdare al board della Fed. Amante della Dr. Pepper, ‘Helicopter Ben’ come e’ stato soprannominato, parla correntemente ebraico ed e’ nato in Georgia e cresciuto in South Carolina, nella Dillon County, una delle aree piu’ colpite dalla crisi, con la sua casa d’infanzia pignorata nel 2008. Sposato con due figli, la sua popolarita’ non e’ dovuta solo alle sue mosse ma anche alla sua barba impeccabile, che si e’ guadagnata anche una pagina Facebook.

Nominato uomo dell’anno da Time nel 2009, Bernanke e’ stato confermato alla guida della Fed dal presidente Barack Obama nel 2009. Una delle mosse piu’ criticate nei suoi anni alla banca centrale e’ stato il fallimento di Lehman Brothers. Il salvataggio di Aig, il gigante assicurativo, e’ quello che lo ha fatto ”piu’ arrabbiare”, ma senza di esso l’effetto sarebbe stato ”devastante”.