Usa. Media, Obama, furenti contro Congresso più improduttivo storia Usa

Licinio Germini
Pubblicato il 4 Agosto 2014 - 16:27 OLTRE 6 MESI FA
Il Congresso degli Stati Uniti

Il Congresso degli Stati Uniti

USA WASHINGTON – Inutile. Indegno. Fallimentare. Sui media Usa si sprecano gli aggettivi per quello che il New York Times definisce “il Congresso più improduttivo e diviso della storia americana”. E nel giorno in cui Capitol Hill espone il cartello ‘Chiuso per ferie’ è nuovamente esplosa l’ira del presidente americano, Barack Obama: “Vanno in vacanza lasciando una marea di lavoro incompiuto”.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso e portato l’impopolarità di deputati e senatori a livelli senza precedenti è stata la mancata risoluzione dell’emergenza immigrati, soprattutto quella legata alle decine di migliaia di minori non accompagnati, bambini entrati negli Usa attraversando da soli il confine col Messico.

Un’emergenza umanitaria che gli Stati Uniti hanno in casa e che ripicche politiche e divisioni all’interno del Partito repubblicano hanno impedito di affrontare e risolvere. E di cui a Capitol Hill si tornerà a parlare solo fra cinque settimane, quando Camera e Senato riapriranno i battenti. “E’ solo l’ultimo oltraggio di questo Congresso, che ha compiuto un altro passo verso l’ignominia”, commenta duro ancora il New York Times. E prima in diretta tv venerdì, poi nel tradizionale messaggio del sabato alle famiglie americane, Obama ha espresso tutta la la sua indignazione: “Sono riusciti solo a votare la possibilità di farmi causa”, ha ironizzato riferendosi alla risoluzione che autorizza l’avvio di un’azione legale nei confronti del presidente accusato di uso eccessivo dei suoi poteri esecutivi.

Quei decreti a cui la Casa Bianca fa sempre più riscorso proprio per superare l’ostruzionismo dei repubblicani. Obama omette che l’ultimo atto varato nelle ultime ore dal Congresso in realtà è stato l’aumento dei fondi per finanziare il sistema di difesa missilistico di Israele, l’unico punto su cui quasi tutti, in maniera bipartisan, in Congresso si sono ritrovati d’accordo. Per il resto tutto è rimasto impantanato nelle paludi di Capitol Hill. “I dati su pil e occupazione mostrano come l’America si stia riprendendo più velocemente del previsto e più di quasi tutti gli altri Paesi al mondo.

Ma – sottolinea Obama rivolgendosi alle famiglie americane – immaginate quanto potremmo essere più avanti, quanto potrebbe essere più forte il Paese se il Congresso facesse il suo dovere”. Anche su temi come l’aumento del salario minimo, la lotta alle discriminazioni e la stretta sulle armi da fuoco. Dati alla mano, il 113/mo Congresso Usa ha finora approvato 128 leggi e, a 30 giorni dal suo rinnovo, si sta candidando a diventare il meno prolifico della storia americana, battendo il minimo storico del precedente Congresso che varò in tutto 284 leggi. Niente a che vedere con la media degli ultimi 20 anni che è di 564 leggi approvate.