Usa. Sondaggi male per Obama, per americani ripresa non si sente

licinio germini
Pubblicato il 24 Dicembre 2014 - 10:00 OLTRE 6 MESI FA
Protesta disoccupati americani

Protesta disoccupati americani

I numeri, sulla carta, sono dalla sua parte: l’economia gira, la disoccupazione cala e la flessione dei prezzi del petrolio ha l’effetto di un ‘taglio delle tasse’ per gli americani, gonfiandone i portafogli.

Ma i sondaggi non premiano Barack Obama, arrivato alla Casa Bianca nel pieno della crisi: il tasso di approvazione e’ – in base al sondaggio giornaliero di Gallup relativo al periodo 20-22 dicembre – al 44% e il presidente americano non riesce a decollare e ad assumersi i meriti della ripresa economica.

Nonostante i progressi e le ‘rivoluzioni’ dal crollo del muro con Cuba alla immigrazione e alla riforma sanitaria, gli americani non promuovono il loro presidente e la sua ricetta. A pesare e’ il fatto che la ripresa non si sente, o almeno non del tutto. E non come si sente a Wall Street, dove le banche macinano profitti e gli indici si muovono da record in record.

La classe media resta infatti indietro mentre i paperoni si arricchiscono, ampliando il gap esistente ai massimi da 30 anni. Secondo un sondaggio del Pew Research Center, il reddito delle famiglie piu’ ricche raggiunge i 639.400 dollari, sette volte quello della classe media e 70 volte quello delle piu’ povere.

L’economia americana gira e nel terzo trimestre cresce come non mai da oltre dieci anni, segnando un aumento del 5%. La disoccupazione in dicembre scende al 5,8%, il risultato migliore dall’inizio della crisi, con il settore privato che assume piu’ di 200.000 persone al mese da oltre dieci mesi. Il mercato immobiliare si stabilizza, con aumenti dei prezzi di misura. Il deficit si e’ ridotto di due terzi. E gli Stati Uniti sono quasi indipendenti dal punto di vista energetico.

Ma gli americani sono a bocca asciutta: a complicare il quadro le difficolta’ nell’ottenere credito, l’occupazione che e’ soprattutto part-time e l’uscita dal mercato del lavoro di migliaia di persone ormai scoraggiate nella ricerca di un posto.