Usa. Svolta dei repubblicani verso le minoranze per riprendersi la Casa Bianca

Licinio Germini
Pubblicato il 19 Marzo 2013 - 13:59 OLTRE 6 MESI FA

WASHINGTON, STATI UNITI – Svolta radicale e senza precedenti nel partito repubblicano in vista della sfida presidenziale del 2016, e per non ripetere la sconfittaa di Mitt Romney di qualche mese fa, il Grand Old party cambia marcia. Si apre alle minoranze, modifica il calendario delle primarie, riduce i dibattiti in tv e anticipa la data della Convention.

Un forte cambio di passo, politico e organizzativo che parte da un’analisi impietosa da parte del presidente del partito Reince Preibus. Insomma, i repubblicani, dopo otto anni, vogliono riprendersi  la Casa Bianca.

”Gli elettori – ha detto Preibus –  sinora ci hanno visto come spaventati e non connessi con loro, come un gruppo di anziani arretrati. Siamo percepiti come un partito non inclusivo, troppo bianco, troppo vecchio, troppo maschile”.

E per cambiare strada propone grosse novita’. Sul fronte delle minoranze, Preibus annuncia un maggiore impegno parlamentare per raggiungere la riforma migratoria attesa da 11 milioni di latinos senza documenti. Parallelamente il Grand Old Party ha deciso di investire 10 milioni di dollari per organizzare il lavoro di penetrazione del partito nelle comunita’ ispaniche, nere e asiatiche.

Con questi soldi saranno pagati centinaia di militanti e esperti in grado di entrare in contatto con queste minoranze. Nuovo corso anche sul piano organizzativo nel processo interno di selezione del candidato in vista della nomination. Nessuno all’interno del partito dell’elefantino vuole rivivere quanto accaduto l’anno scorso, quando il predestinato Mitt Romney ha dovuto aspettare mesi prima di partire all’assalto di Barack Obama, perdendo tempo e soldi in una sfida tutta interna dall’esito ormai scontato.

Prima di elaborare le sue proposte di riforma, Priebus ha creato una sorta di task force formata dai massimi esperti della comunicazione politica conservatrice che grazie a un mega-sondaggio ha tastato il polso a 50 mila elettori repubblicani per chiedere loro cosa fare per recuperare consensi. Da qui la proposta di sfoltire il calendario delle primarie, con voti piu’ ravvicinati. E soprattutto di ridurre il numero dei dibattiti tv che piacciono tanto ai media ma che spesso aumentano la polemica interna e indeboliscono il candidato front-runner, il favorito nella corsa alla Casa Bianca.

”Credo che possiamo organizzare – osserva Priebus – un numero ragionevole di duelli in tv, setto o otto. Ma non e’ possibile ripetere quanto accaduto l’anno scorso, quando Mitt Romney ha dovuto affrontare ben 23 dibattiti con i suoi competitor interni. Una cosa ridicola”. L’obiettivo e’ finire tutto il processo entro giugno, in modo da anticipare la Convention e far partire subito la campagna elettorale, quella vera, contro l’avversario democratico.

”Mitt Romney – lamenta Priebus – in estate e’ stato fermo circa due mesi. Una cosa che non deve ripetersi piu”’. Tutte queste proposte ora passeranno all’esame dei 168 componenti del Republican National Committee in rappresentanza di tutti gli stati. Sara’ li’ che la riforma di Priebus rischia molto: tutti ovviamente vogliono far tornare dopo 8 anni un repubblicano alla Casa Bianca. Ma nessun singolo Stato vuole rinunciare alle proprie primarie, ai propri dibattiti in diretta tv, che vogliono dire soldi, quindi potere.