Alessandra Matteuzzi. Una donna va a denunciare che c’è chi la minaccia, le stacca il contatore della luce, le buca le ruote dell’auto, la sottopone ad appostamenti. Una donna va a chiedere protezione alle divise e uffici della legge e dello Stato. Un mese dopo quella donna viene uccisa a martellate dall’uomo che la minacciava, tra lei e il suo assassino no si è frapposto nessuna azione di magistrato o di polizia. Un magistrato dice: “Si è fatto il possibile, qualcuno di coloro che andavano sentiti era in ferie“.
Ineccepibile, se la donna fosse stata una pratica o un fascicolo. Tutto secondo protocollo, se solo la donna che chiedeva protezione fosse stata solo un fascicolo o una pratica. Tutto il possibile, qualcuno era in ferie…frase che si qualifica a pieno diritto alla Coppa del non si può sentire. Farsi prendere da un moto di sincerità, dire che un poliziotto o un carabiniere, anzi due, per 24 ore davanti alla casa di ogni donna minacciata non è possibile? E invece no, quel riferimento alle ferie, quella puntigliosa rivendicazione di aver fatto tutto il possibile e cioè il burocraticamente corretto, no, proprio non si può sentire.
Darya Dogina
Una donna impegna e segna la sua vita nel teorizzare e propagandare e promuovere il non diritto di esistere di altri Stati, nazioni, popoli. Se non all’interno dell’identità e della “specie” russo slava. Un attentato, una bomba sotto la sua auto la uccide. Un Papa, Bergoglio, a lei riferendosi: “La guerra la pagano gli innocenti”. Quella donna è certamente vittima, anzi caduta in guerra, una guerra cui inneggiava e che dichiarava santa. Vittima, ma innocente? Innocente…Non si può sentire, anche se l’ha detto il Papa.
Prima semifinale
Fatto tutto il possibile, qualcuno era in ferie e la guerra la pagano gli innocenti…La prima riferita a Alessandra Matteuzzi, la seconda a Darya Dogina. E tra le due frasi è la prima semifinale della Gran Coppa d’agosto del non si può sentire.