Cancellieri, in conto a Letta e Napolitano. Il conto si allunga…

Cancellieri, in conto a Letta e Napolitano. Il conto si allunga...ROMA – L’ultima voce del conto è quella di tenersi il ministro della Giustizia che, in privato, di una giustizia che investe le sue private amicizie dice: “Non è giusto, non è giusto”. Tenerselo come se  niente fosse e facendo finta niente sia stato perché nel fare e pensare di quel ministro non c’è reato. E invece non è come se niente fosse, qualcosa è stato.

Il rammarico del ministro della Giustizia Cancellieri per il provvedimento della giustizia a carico dei Ligresti da privato è diventato pubblico. E questo secondo il codice e le regole della credibilità pubblica di chi governa è una palese violazione. Il ministro Cancellieri non ha violato nessuna legge tranne quella della affidabilità e credibilità. Legge che nell’amministrazione della cosa pubblica dovrebbe contare eccome. Non si può, letteralmente non si può sentire un ministro della Giustizia che dice “non giusto, non giusto” l’atto giudiziario che inguaia una famiglia amica. E invece si è sentito.

Ma la Cancellieri deve restare ministro, è l’ultima voce del conto. Che si sta facendo salato. Il conto Letta-Napolitano. In conto a Napolitano-Letta va messa la permanenza di Cancellieri alla Giustizia, anche se dice talvolta quel “non giusto, non giusto” che un ministro della Giustizia mai dovrebbe dire.

Napolitano e Letta hanno detto al Pd, soprattutto al Pd, che ne va del governo, del paese…Hanno detto che chi tocca la Cancellieri tocca il presidente del Consiglio e quello della Repubblica. Soprattutto hanno sfidato Matteo Renzi e lo stesso Pd intimando loro una sorta di “Che fai, la crisi?”. E il Pd la crisi sulla Cancellieri non la fa, ingoia, mette nel conto anche questa voce.

Conto che si allunga. Era cominciata in primavera: chi aveva votato Pdl perché non voleva il Pd al governo si ritrovava il Pd al governo insieme al Pdl e chi aveva votato Pd per non avere Pdl al governo si ritrovava il Pdl al governo insieme al Pd…E sia, ne va del paese, è un’eccezione, sarà un breve percorso…

Poi mentre tutto il resto del mondo diceva all’Italia: non togliete l’Imu, abbassate invece le tasse sul lavoro, Letta per tener buono Alfano-Berlusconi, toglieva l’Imu e alzava mollica a mollica le altre tasse. Poi Alfano ministro distratto mentre dall’Italia i kazaki portavano via chi fa loro comodo, ma Alfano come fai a toccarlo. Poi una legge di stabilità presentata come la migliore del mondo che piace all’Europa e che in Europa non passa neanche il primo esame. Poi la promessa: entro ottobre nuova legge sui soldi ai partiti, stiamo a dicembre. Poi la garanzia: il governo si muoverà di suo sulla legge elettorale, sempre entro ottobre, governo non pervenuto.

Poi, poi…il conto si allunga, si fa nutrito, quasi pesante alla voce uscite. Alla voce entrare una sola: potrebbe andare peggio. Fino a quando Napolitano- Letta?

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