Antimafia regia Bindi: stanca farsa candidati impresentabili

Rosy Bindi
Rosy Bindi durante i lavori in aula alla Camera dei Deputati

ROMA – Antimafia commissione parlamentare, regia Rosy Bindi: ad ogni appuntamento elettorale la recita dell’occhio vigile del Parlamento sui candidati “impresentabili”. Recita, farsa e pure stanca, trita, mesta. Narrano le cronache, palpitano gli annunci: la vigilante commissione parlamentare ha scovato, sta scovando e annunciando al popol tutto che una quindicina dei quasi ottantamila candidati alle amministrative di domenica sono in odor di crimine organizzato. Quindici su ottantamila. Un per cento fa ottocento, fate voi quale percentuale fa quindici su ottantamila. La cifra che risulta è talmente bassa da essere sorella di un…magari. Magari il crimine organizzato potesse contare solo su una quindicina di sponde tra gli ottantamila candidati. Sarebbe la percentuale di un paese modello.

Quindi al punto di vista della quantità l’attività di vigilanza e segnalazione sulle liste elettorali della commissione parlamentare antimafia è pura e semplice “ammuina” e peccato per i giornali, in testa La Repubblica, che si prestano a fare da claque ad una attività di autopromozione, scarsa di qualità, di una commissione parlamentare. Quindici su ottantamila fa sorridere e poi con che criterio quindici, quei quindici e non altri quindici o trenta o cinquanta o due o duemila? Un paese civile non delega a commissioni parlamentari la stesura di una sorta di lista di impresentabili che poi regolarmente presentati magari sono eletti). Un paese civile ha delle regole per cui, ipotesi, dopo la condanna in primo grado per determinati reati sei automaticamente escluso dalle liste elettorali. Questa o qualunque altro tipo di regola, però regola fissa e chiara per le candidature alle elezioni. Regole, non commissioni.

E invece è ormai una farsesca consuetudine pre voto la recita della commissione Antimafia che medita, indaga, annusa, fa mostra di spulciare candidati e liste e invece cerca solo una comparsata per se stessa nella vicenda elettorale. Peccato che qualche giornale si presti a far da sponda: un paese civile non ha commissioni parlamentari segugio del buon odore dei candidati, non ha istituzioni che annusano il crimine organizzato, ha al contrario un paese civile regole chiare e nette sulla candidabilità o no di chi va o viene messo in lista. E tutto questo lo si sa dal principio, dal giorno della presentazione delle liste, non da una conferenza stampa il martedì prima del voto.

Per l’elenco completo dei 14 impresentabili secondo l’antimafia clicca qui. 

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