ROMA – In principio fu una scatola di tonno, era il Parlamento italiano da aprire. Aprirlo sia per tagliarlo sia per mostrarlo, insomma farlo a fette ed esporle. La scatola di tonno che l’apri-si disse-con l’apriscatole. Chissà perché con l’apriscatole visto che ormai ogni scatola di tonno ha la sua linguina che la tiri un po’ e la scatola di apre senza sforzo, al massimo un po’ d’olio che ti cola dove non dovrebbe se sei disattento. Comunque in principio fu la scatola di tonno-Parlamento italiano che il Movimento M5S apriscatole avrebbe aperto a soddisfazione/vendetta/vantaggio dei cittadini. Era l’inverno 2013 e Beppe Grillo raccontava, cantava per ogni dove della scatola di tonno prima da aprire e poi finalmente aperta.
In un punto imprecisato del 2014 la “scatola di tonno” diventa anche il “barattolo di wurstel”. Sempre da aprire, sempre ad opera degli eletti M5S, sempre per definizione di Beppe Grillo. Non è dato sapere se via sia una fondata esegesi della differenza tra scatola di tonno e barattolo di wurstel. Entrambi contenitori, entrambi oggetti solidi, l’uno prevalentemente in metallo leggero (la scatola), l’altro talvolta in vetro (il barattolo). C’è un senso politico nella differenza, c’è una differenza? A naso e buon senso no, lo slittamento dalla scatola al barattolo non è né involuzione né evoluzione, suvvia sono due modi, due equivalenti locuzioni per dire la stessa cosa. Ma che verrà mai in mente? A cosa si aggrappano per cercare il pelo nell’uovo M5S/Grillo!
Poi però improvvisa appare, e niente meno che in sede europea, la “scatola dei biscotti”. La scatola dei biscotti nella freschissima definizione di Grillo è il Parlamento europeo. Il proposito e il progetto annunciato sono di aprire, ci mancherebbe altro, il Parlamento europeo come “una scatola di biscotti”. Perché il passaggio dal tonno, ai wurstel e quindi ai biscotti? Con quasi certezza semplici variazioni sul tema, oscillazioni minime nel rapporto mente/faringe/lingua: parlando e poi parlando una volta ti viene tonno, l’altra wurstel, l’altra biscotti. Però a volerlo proprio psicanalizzare il buon Grillo aprire una scatola di tonno è immagine e suggestione di atto di forza: mano contro metallo, taglio e strappo. Aprire una scatola di wurstel è già meno atto di forza, fa immaginare un palmo rotante che fa girare un tappo. Sempre atto di svelamento è, ma meno molto meno atto di sfondamento e occupazione. Una scatola di biscotti infine: la mission di aprirla rimanda al dispetto più che alla conquista. Aprire una scatola di biscotti è facile, ci vuole poca energia, non è molto corazzata la scatola di biscotti, di solito è di semplice carta. Proclamare che vai ad aprirla è più annunciare che farai il dispetto appunto di aprirla che la minaccia di impadronirti dei biscotti.
Lasciamo Grillo ai suoi giochi di parole e lasciamo il gioco di scherzarci sopra. Di serio c’è questa possibile alleanza-convergenza in sede di Parlamento europeo tra Beppe Grillo/M5S e Nigel Farage/ Ukip. Cioè tra il MoVimento italiano anti partiti e un po’ anti Stato oltre che alquanto anti euro e il partito inglese anti immigrazione, anti welfare e anti Europa. Qualche “grillino” si mostra sorpreso e perfino contrario all’idea dal momento che le prime due caratteristiche dell’Ukip (anti immigrazione e anti welfare) non sono quelle di M5S. Vero, ma che c’entra? Qualche altro “grillino”, ed è il peggio che si possa sentire, dice che deve correre a informarsi sull’Ukip (non era tra i compiti a casa durante il quadrimestre delle elezioni europee?). Certo i due partiti, pardon il partito inglese e il MoVimento italiano non sono gemelli e neanche fratelli. Sono diversi, almeno in grande parte diversi. Ma hanno un obiettivo comune: il sabotaggio sistematico dell’Unione Europa fino a farla regredire a una semplice intesa più o meno cordiale tra Stati confinanti o quasi. Se questo è l’obiettivo, e lo è, Grillo e Farage sono nel giusto quando si cercano e quindi si trovano.
Gemelli proprio non ma fratelli di testa e di sangue sì sono gli altri due che si sono cercati e trovati. Marine Le Pen e il suo Front National francese e Matteo Salvini e la sua Lega (italiana?). Fratelli che si affratellano non solo nel vade retro Europa ed euro delendum est. Fratelli nel nazionalismo della “terra” (l’uno ammalato di grandeur, l’altro di nanismo). Fratelli nella mistica della terra e dei nativi. Fratelli nella predicazione del “ceppo originario e migliore” invaso e stuprato dagli invasori. Fratelli in una cultura e ideologia reazionaria. Reazionaria fino alla Vandea in Francia. Reazionaria fino alla mistica padana in Italia. La Le Pen cancellerebbe dalla storia il 1789 e la Revolution Francaise, Salvini cancellerebbe l’impero romano e pure la formazione dell’Urbe. La prima è una fascista del Terzo Millennio, il secondo è un magnifico contemporaneo bestione e bastione della reazione europea alla sua storia migliore, Salvini non è per le Assemblee pre Luigi XVI come sua sorella Marine, Salvini è per il diritto tribale, insomma per l’organizzarsi per tribù genuine e veraci e non come quegli Stati e nazioni che chi lo conosce ed è meglio diffidare…
Qualunque cosa siano Farage e Grillo, insieme o da soli, di certo si sa cosa sono Le Pen e Salvini, insieme e da soli: destra estrema reazionaria che ha in dispetto e in avversione per prima cosa la modernità. Niente di strano e neanche di inatteso: la destra reazionaria è un filone politico e culturale da secoli presente ed operante in Europa. Vanta anche un suo corposo almanacco culturale, non è fatta nei secoli e nei luoghi tutta di simil Salvini. Però qualcosa di un po’ strano si legge, anzi qualcosa di strano assai. Qualcuno va in giro dicendo che Salvini potrebbe essere il leader che riunifica tutte le destre, quello che raccoglie testimone ed eredità da Berlusconi. Salvini? Il più estremista ed estremo che c’è che riunifica tutti i moderati? Gente che in nome della stabilità e magari preoccupata per Grillo ha votato Renzi senza mai aver votato Pd in vita sua e che alla prossima dovrebbe votare Salvini? Vien forte il dubbio manchino in questo momento a destra non solo i leader ma anche “le basi del mestiere”. Con Salvini competitor in elezioni politiche Renzi arriva minimo al 45 per cento.
Confusione, cose strane. Lo stratega Giovanni Toti ha fatto sapere che Berlusconi avrebbe firmato due dei referendum della Lega/Salvini. Firma come prova tangibile di rinnovata e rinnovabile alleanza per quando sarà, per quando in Italia si voterà per le politiche. Forza Italia e Lega alleati anche in Europa? Cioè Forza Italia legata a chi si è affratellato con la Le Pen? Cioè Forza Italia in Europa che sta nel Ppe e pure è collegata via Lega con il Front National?). Qualcuno deve averlo fatto notare a Berlusconi questo sghimbescio e la firma è rimandata, anzi sparita, anzi non si sa. Berlusconi lo si conosce da decenni e va preso com’è. Lui va assolto e sciolto da ogni coerenza cogente, lui potendo vorrebbe la tessera dei reazionario, dei moderati, dei conservatori, dei centristi, dei riformisti e pure quella dei rivoluzionari. Toti faceva il giornalista e questo lo assolve e scioglie da molti obblighi di competenza, peraltro i suoi telegiornali la praticavano poco. Ma non c’è un cervello, ci sarà pure un cervello a Forza Italia capace di calcolare che se stai con Le Pen e Salvini non puoi stare con i loro avversari e viceversa?
I commenti sono chiusi.