Berlusconi, Grillo… 4 opposizioni anti euro soffocano un solo Pd di governo

Berlusconi, Grillo... 4 opposizioni anti euro soffocano un solo Pd di governo
Berlusconi, Grillo… 4 opposizioni anti euro soffocano un solo Pd di governo

ROMA – Da due anni pieni l’Italia è all’opposizione di se stessa. Dicono che il meno peggio possibile sia che ci resti almeno un altro anno, all’opposizione di se stessa. Lo dicono Giorgio Napolitano, Enrico Letta, Angelino Alfano. Può anche darsi che sia il meno peggio possibile, di certo è un “peggio”. E’ una condizione malata, bugiarda e dannosa. Al peggio non c’è mai fine, vero come recita l’adagio popolare. Però chi sostenendo questo nasconde o nega che la condizione dell’Italia all’opposizione di se stessa sia malata, bugiarda e dannosa, questi nasconde e nega l’altra parte del vero, questi contribuisce  far danno.

All’opposizione di se stessa, cioè? Partiamo dalla politica, dal governo. All’opposizione del governo in carica e incaricato di ogni miracolo in terra, c’è attualmente circa il 60 per cento dell’elettorato stimabile. Ma questa non sarebbe percentuale da fare impressione, accade in ogni democrazia quando si governa contro vento, in anni di riduzione delle risorse e della ricchezza prodotta. L’elettorato è però materia mobile e quello italiano è appunto sul piano inclinato di un paese all’opposizione di se stesso.

All’opposizione c’è M5S che chiede a gran voce di rinegoziare o rinnegare gli impegni internazionali che l’Italia ha assunto in materia finanziaria, fiscale e di bilancio. All’opposizione è la Lega che da anni predica la secessione italiana da euro ed Europa. All’opposizione è Sel che da sinistra argomenta che “altro mondo è possibile”, anzi doveroso, rispetto a quello della Bce, di Bruxelles, dei deficit che si contengono, dei debiti che non si espandono. All’opposizione è ora Forza Italia di Berlusconi che ha già scelto la Merkel come bersaglio della campagna elettorale in Italia e che ha già lanciato la caccia al voto in nome del fuori gli stranieri dagli affari di casa nostra e giù le mani dai nostri bilanci (anche e soprattutto se sono bilanci fatti con i soldi degli altri).

Tutte forze politiche, partiti che verranno premiati o almeno non certo puniti al primo prossimo appuntamento elettorale perché tutti, sia pure con diverso arrangiamento, cantano la stessa canzone e melodia: non abbiamo problemi o difetti, solo vincoli e controllori. Tutte forze politiche, partiti e gruppi parlamentari che per raccogliere il premio elettorale e di opinione dedicheranno ogni giorno e settimana e mese del calendario 2013/2014 a bloccare, smontare, negare, sbarrare ogni eventuale azione di governo.

Limitazione della spesa pubblica? Figurarsi, appena un governo ci prova si trova contro quattro opposizioni quattro che grideranno contro il “macello” voluto dagli ottusi e maligni burocrati europei e contro lo sciagurato governo di Roma che dovesse obbedire. Spostamento del carico fiscale da una spalla all’altra della società? Figurarsi, ogni singolo muscolo si dichiarerà già troppo onusto di sevizie e comunque vittima di irragionevole persecuzione su mandato straniero.

Sarà, già è un governo che saltella su esili trampoli in un mare di lava, ardente lava sociale politica, che gli brucia il legno. Sarà, già è un governo esposto su ognuno dei quattro lati: la maggioranza in Parlamento e in minoranza in qualunque altro luogo e momento. Perché all’ opposizione ci sono anche i sindacati, Cgil, Cisl e Uil e anche i Cobas. E all’opposizione ci sono anche i Movimenti di ogni natura, da quelli per l’acqua libera e gratuita a quelli per l’intangibilità della Costituzione, dai No-Tav ai No Muos, fino ai mille e mille No-Tutto di questo paese. E all’opposizione di fatto ci sono Regioni, Comuni e Province che non intendono mollare un euro del loro potere di spesa.

All’opposizione c’è la piccola e grande burocrazia che vede come la peste una Pubblica Amministrazione sottratta o distratta dal compito fondamentale ora affidatole: garantire lo status e il ruolo di grandi e piccoli burocrati. All’opposizione ci sono le associazioni di categoria, di ogni categoria. All’opposizione ci sono pure e sempre i comitati di ogni quartiere e il pubblico di ogni talk-show.

All’opposizione, ma perché di se stessa? Perché tutta questa Italia che variamente si oppone su una cosa è concorde, talvolta perfino concorde con il governo cui si oppone. Ciò che unisce il paese è l’appello, il grido, la protesta, il lamento, il ringhio: lasciateci sforare il deficit, non rompete le scatole sul debito e la nostra economia rifiorirà, i giovani troveranno lavoro, i mezzi anziani andranno serenamente in pensione, perfino gli evasori contribuiranno al Pil, l’Italia ce la farà, basta lasciarla stare e spezzerà un po’ di reni anche alla globalizzazione. Su questo l’Italia è quasi tutta unita, perfino il governo replica che sarebbe bello, peccato che non si può.

Ecco perché, ecco dove l’opposizione a se stessa: non è che non si può, è che è una rovina. Da dieci anni e più regolarmente l’Italia sfora i parametri del deficit e da più di un decennio l’Italia è abbondantemente sopra il 100% del Pil quanto a debito che anzi ogni anno degli ultimi cresce e ora si avvia verso il 140% del Pil. Ciò che chiediamo, imploriamo, rivendichiamo come libertà della nostra economia e soluzione dei nostri problemi economici e sociali lo abbiamo già e lo pratichiamo senza sosta da almeno un decennio.

Deficit sforato, debito in crescita, spesa pubblica al 50% del Pil. Ce li abbiamo, li abbiamo avuti. E, avendoceli, abbiamo perso produttività, occupazione, mercati. Chiediamo all’Europa cattiva che ci faccia sforare dimenticando che sono dieci anni che sforiamo, il che non è peccato. Ma è peccato mortale sforare inutilmente, fare deficit e debito e spesa pubblica più di ogni altro non per uscire dalla crisi ma per affossarcisi dentro. Siamo tutti a chiedere un’altra sgasata, un altro colpo di acceleratore che faccia affondare ancora di più la ruota nella sabbia e nel fango dove abbiamo ficcato la macchina sgasando e accelerando fuori strada.

Ma va così da almeno due anni e Napolitano, Letta e Alfano ci dicono che il meno peggio è continuare così un altro anno. Con quattro opposizione quattro anti Europa e un governo di cui porta la croce solo e soltanto il Pd. Solo il Pd di governo e tutto il resto all’opposizione. E un Pd che da solo sostiene il governo sostenuto dalla pacata riflessione e compassato agire del solerte gentiluomo inizio Novecento di nome Gianni Cuperlo. Questa la strategia D’Alema-Epifani-Bersani-Fassina. Perfino i tesserati del Pd hanno capito quanto sia lucida e fondata, infatti hanno dato la maggioranza dei voti congressuali a Matteo Renzi.

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