ROMA – Riferiscono le cronache politiche (politiche!!!) della barzelletta (in realtà è una piccola e pure ovvia battuta ma le cronache si sa hanno obbligo di linguaggio obeso) coniata da Silvio Berlusconi apposta per Vladimir Luxuria. Eccola: “Il vero scoop sarebbe se lei, uscendo da qui, andasse a dire che io l’ho corteggiata”. Che ridere, che arguzia, che finezza. E osservare, ascoltare, misurare la galanteria della risposta di Luxuria a Berlusconi: “Lei è un integralista etero”. Lasciati all’immaginazione i sorrisi e i toni con cui i due si sono scambiati sillabe, consonanti, vocali…lasciato all’immaginazione l’ammiccante e amichevole linguaggio dei corpi tra i due interlocutori. Le cronache politiche (politiche!!!) riferiscono, come si sa, della sostanza e non dei particolari.
Cronache e mica solo cronaca, anche retroscena: “La serata è scivolata via tra un sonetto declamato di Dante e un assalto del cane Dudù”. Dichiarazione verbalizzata e alle stampe di un protagonista, testimone e attore diretto: “Io ho detto: presidente, com’è irruento, neanche un mazzo di fiori e mi lecca…lui si è messo a ridere e ha letto una poesia di Madre Teresa di Calcutta sugli animali”.
Dunque le cronache (politiche!!!) attestano di un duo che a cena, dopo una visita alla casa (“mi ha portato a vedere pure la sala del Bunga-Bunga) leggono ad alta voce sonetti di Dante, valutano incidenza e significato delle leccate di Dudù cane di casa e si leggono poesie sugli animali di Madre Teresa…Con tutta evidenza il comportamento di due sciroccati. Uno con il robusto alibi dell’età e dell’usura. L’altra con nessun alibi se non quello del debordante esibizionismo. E questo è solo uno spezzone della serata, le cronache (politiche!!!) non informano delle battute, sorrisi e sospiri della padrona di casa Francesca Pascale. Forse perché quest’ultima tiene comportamenti troppo poco sciroccati per avere accesso e valenza alle cronache (politiche!!!).
Poi scopri che sono cronache politiche davvero, prova ne sia che un bel po’ di Forza Italia ribolle e mugugna al pensiero che “un trans ci detta la linea sui gay”. E allora, mutuando una antica ma non obsoleta esclamazione/riflessione, non c’è da avercela con gli sciroccati di una cena ma con chi cerca, raccoglie, medita, stampa le loro scempiaggini, i loro tic, le loro parole in libertà assolutamente non vigilata. Una sola scusante per tutti: l’effetto scirocco è sempre più diffuso quando parla un politico e quando le cronache politiche ne riferiscono e ne cercano niente meno che il senso.
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