Berlusconi programma: rialzo spread vostro e voti miei. Condannato eletto, embè?

di Lucio Fero
Pubblicato il 4 Dicembre 2012 - 14:02 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Ma che fa, che farà Berlusconi? Parlerà domani, un giorno per bocca dell’oracolo Vespa? Mai tanta incertezza, mal coltivata in verità. In realtà si può essere certi: Berlusconi fa e farà quel che ha sempre fatto. In primo luogo baderà alla sua persona, è questa la stella polare della sua azione pubblica e politica. Non per egoismo, solo perché Berlusconi identifica, parole più volte sue, se stesso con “l’Italia che ama”.

Quindi Berlusconi sta attento: attento a che non ci sia una legge che dovesse impedirgli di ricandidarsi per un posto, seggio, alla Camera o al Senato e attento che non vi sia una legge che fa decadere dall’incarico gli eletti condannati dalla giustizia. Già, perché facendo la legge, anzi tentando di far la legge che dovrebbe impedire ai condannati di presentarsi alle elezioni (se condannati a pene superiori ai due anni), ne è venuta fuori la logica conseguenza che i condannati dai Tribunali in corso di legislatura (a pene stavolta superiori ai quattro anni) dovrebbero decadere, insomma essere privati del seggio parlamentare. Berlusconi a quattro anni per frode fiscale è stato condannato, sia pure con sentenza non ancora definitiva. Quindi quella legge va fermata e, se per fermare il vagone bisogna far saltare il treno, beh Berlusconi non si è mai tirato indietro quando si è trattato di far deragliare tutto il convoglio.

Salti la legge sulla incandidabilità, e salti pure, deragli la legge elettorale. Che a Berlusconi votare con la legge di prima sta bene: nomina di persona la sua guardia scelta da mandare in Parlamento, altre che primarie e preferenze. E salti, deragli anche l’ultimo pezzo di legislatura, saltino e deraglino le ultime settimane di governo Monti. Perché a Berlusconi serve e piace entrare in campagna elettorale come quello che ha detto basta a Monti perché non ne poteva più. Election day a febbraio o crisi di governo, meglio crisi di governo è stata la richiesta, è la linea, il programma immediato di Berlusconi.

Far cadere subito il governo, assumere l’immagine di quello che butta giù il cagnolino obbediente della Merkel, ricongiungersi ai “padani” di Maroni ma soprattutto ritrovare i suoi voti “doc”, quelli anti Imu, euro, Europa, Equitalia tutto e tutto insieme “insopportabili”. E se nel frattempo con questa manovrina politica di fine d’anno si sparge un po’ di paura sui mercati e sul risparmio e appunto in Europa, se lo spread appena chetato si rianima sentendo odor di bruciato tra Vendola che “rottama Monti” e Berlusconi che lo butta giù? E mica è suo lo spread, mica di Berlusconi, sono spread nostri. Il Berlusconi da sempre fedele a se stesso cura “l’Italia che ama”, mica quell’altra.