Bersani al Pd: un solo grido, un solo allarme: Renzi in fiamme!

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Bersani (LaPresse)

ROMA – Con l’istinto della sopravvivenza della specie, come i salmoni risalgono i fiumi da dove vennero e le tartarughe marine ritrovano sempre la spiaggia dove sono nate, Bersani sa e indica la stella polare del Pd made e modello in Bersani e soci: spezzare le reni a Matteo Renzi. Dopo la quarantena post elettorale di dichiarazioni, l’ex segretario si è presentato qualche giorno fa a Ballarò per dire che…Letta è meglio, molto meglio di Renzi. Preoccupato di non essere stato inteso e per non mostrarsi avaro di impegno politico, Bersani è tornato sul tema: “Renzi confonde la malattia con la medicina”. Niente meno. E confonde “la leadership con l’uomo solo al comando”. Il che, nel linguaggio interno del Pd, equivale a poco meno dell’accusa a Renzi di essere un “berlusconiano”.

Non ha altra missione, non ha altro impegno Pierluigi Bersani che quello di continuare nell’opera, di completarla. Nei giorni radiosi delle primarie, nei giorni della sua vittoria di cartapesta, nei giorni in cui il Pd gettava le fondamenta della peggior sconfitta dell’ultimo ventennio, Bersani guidava la gioiosa macchina da…interdizione e sbarramento. Fu sbarrata la strada all’alieno e infido Renzi. Renzi “il destro”. E furono sbarrati i seggi delle primarie a coloro che, dio non avesse voluto, potevano essere stati in passato elettori non del Pd. Una volta il Pci quando sapeva, supponeva che un elettore democristiano aveva l tentazione di cambiare voto, allora quelli del Pci, quelli della sezione andavano in processione dall’elettore figliol prodigo e gli facevano festa. Una volta…ma quelli erano comunisti, il Pd di Bersani invece è democratico e di sinistra.

Sbarrata la strada a Renzi, sgambettato e un po’ sgarrettato “il destro”, il più, anzi il tutto era fatto per Bersani e il suo Pd. Bersani, Errani, la Finocchiaro, Rossi presidente della Toscana, Migliavacca, Gotor…il fior fiore del quartier generale, l’intelligenza collettiva del disastro che verrà. Elezioni perse e due mesi per capire che erano state perse, non un voto sottratto a Berlusconi, strategia del fare il pieno dei voti a sinistra alleandosi con Vendola e infatti perdita a catinelle di voti a sinistra verso 5 Stelle, corteggiamento patetico a Grillo che non ci sta e Vendola che abbandona l’alleanza per “il bene comune” alla prima curva. Proposta al paese di un governo Bersani fatto senza Berlusconi ma con Berlusconi che fa sparire i suoi senatori dall’aula altrimenti il governo va in minoranza. Proposta di un governo Bersani con la benevolenza di Grillo mentre Grillo lancia Opa ostile sul Pd. E poi perfetta gestione dei gruppi parlamentari durante l’elezione del capo dello Stato.

Un bilancio così imporrebbe a Bersani e al suo staff di tacere per un annetto o due. Ma Bersani non può tacere, deve indicare al Pd la sua vera missione, deve lasciare al Pd il suo vero testamento: spezzare le reni a Renzi. E se Renzi dice che una nuova legge elettorale non deve essere proporzionale altrimenti si fa il governo di larghe intese per i prossimi dieci anni, allora Bersani si dimentica di essere sempre stato contro la proporzionale pura e dichiara Renzi un sabotatore del governo. Se Renzi dice: aboliamo il Seanto per far vedere che facciamo sul serio, allora Bersani diffida, quasi quasi il Senato gli piace. Se Renzi può vincere il congresso, il Pd il congresso lo allontana. Se Renzi può vincere le elezioni, il Pd le elezioni non le vuole più. Se Berlusconi non ha voluto Renzi presidente del Consiglio, Bersani Renzi capo del governo è la cosa che lo terrorizza, imbarazza e disgusta più di ogni altra cosa. Bersani al Pd, un solo grido, un solo allarme: Renzi in fiamme. Mai la “ditta al destro”  e se Renzi in fiamme brucia la casa…brucia il partito, mica la “ditta”.

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