ROMA – Il contagio finanziario è arrivato niente meno che a lambire i bancomat, roba che neanche in un film. Ma i governi, gli Stati, l’economia, le banche, la ricchezza pubblica e privata accumulata dagli europei sono abbondantemente in grado, se mobilitati e inquadrati, di impedire che i bancomat diventino rubinetti asciutti e secchi, che i soldi in banca si perdano. Il contagio finanziario avanza come una pestilenza ma non è una peste: gli antibiotici contro quel contagio esistono, quel contagio si può fermare. Gratis no, come se nulla fosse no: i tedeschi devono metterci la garanzia finale dei loro soldi, gli altri devono cedere sovranità, cioè non farsi più le leggi di spesa e di bilancio da soli visto che altri con i loro soldi garantiscono per loro. E’ un prezzo alto, una medicina difficile e tosta, i contagiati dalla finanza malata possono rifiutarla. Ma è una medicina che c’è perché l’Europa, se unita e solidale, ha in cassa, in cassa pubblica e private le risorse e la ricchezza per garantire qualunque mercato della sua solvibilità. Del contagio finanziario che la sta aggredendo l’Europa può morire solo se va in ordine sparso e con l’obiettivo ciascuno di mollare il meno possibile all’altro. Più o meno quel che ha fatto finora e quindi anche il contagio finanziario può alla fine risultare letale. Ma l’antidoto c’è e quindi governanti e cittadini di buona volontà e di sano intelletto hanno il dovere di confezionarlo e somministralo l’antidoto.
Ma c’è un altro contagio, quello politico. E’ un contagio politico anti euro. Renato Mannheimer lo ha misurato in Italia e ne ha dato conto sul Corriere della Sera: il 71 per cento degli italiani dell’euro non si fida più. Gli anziani, le casalinghe, i possessori di titolo di studio meno elevati, i residenti al Sud e i più inclini all’astensione elettorale. Non a caso da sempre il blocco sociale più “contagiabile” dalla combinazione sfiducia-panico e quindi carica pazza contro ogni steccato, anche quello del recinto dove si stava al riparo. Il 65% degli italiani guarda con sospetto all’Unione Europea e il 35% per cento all’eventualità di un’Italia fuori dall’Unione risponde: perché no? Il 40% è contro l’euro, il 70% è convinto che l’euro “ha portato più svantaggi che vantaggi per l’economia”. Il contagio politico in Italia è evidente, massiccio, diffuso, montante. Tenuto a bada solo dalla considerazione, per ora di maggioranza, che ad uscire dall’euro ci si fa male. Ma con l’ipotesi gioca l’estrema sinistra e anche quella meno estrema, ci gioca Berlusconi e ci gioca Grillo: i sondaggi non solo li leggono, li copiano. E il contagio politico, a differenza di quello finanziario, è una peste contro la quale antibiotico efficace e soprattutto preventivo nella storia non c’è e soprattutto non c’è oggi in Europa.
Il contagio politico può vincere domenica le elezioni in Grecia sotto forma di un nazionalismo economico di sinistra. Il contagio politico in Francia si è sparso: non solo il 15% del Front National ma anche il cambio di natura del partito che fu gollista e che sempre più si avvicina a una destra “nazionale”. Il contagio politico è nel rinnovato isolazionismo britannico. Il contagio politico è quella cosa che molti sventolano sotto il naso della Cancelliera Merkel sussurrandole: ricordati degli anni ’30. Anni ’30 del secolo scorso quando negli Usa una troppo anticipata politica del rigore finanziario fece più danni materiali della crisi finanziaria del ’29, anni ’30 del secolo scorso quando i vari “blocchi sociali” contagiabili dal panico produssero a furor di popolo fascismi e nazismi che solo per caso risultarono vittoriosi in Italia e Germania e non anche in altri paesi. Ricordando questo contagio politico e quali conseguenze porta, la Merkel metta la Germania a protezione del contagio finanziario. Schnell, Frau Merkel è il titolo a tutta pagina e bandiera del Sole 24 ore.
Ma è lo stesso quotidiano della Confindustria a spiegarci, a mostrarci nella stessa pagina, forse neanche volendo, che il contagio finanziario volendo si arresta, quello politico molto meno. Luigi Zingales spiega che la scelta di garantire 100 miliardi alle banche spagnole è “benzina sul fuoco del peggior populismo che, dal greco Syriza all’italiano Movimento 5 Stelle sta avanzando”. Perchè mettere un assegno in bianco alla Spagna perché a sua volta lo giri alle sue banche è doppio errore, economico e politico. Significa secondo Zingales premiare, rassicurare, garantire un sistema del credito che ha sperperato e che produce danno. Meglio, assolutamente meglio secondo Zingales sarebbe stato approvare “un’assicurazione europea sui depositi bancari…si evitava la fuga dei depositi ma non si lasciavano sopravvivere banche zombie”. Oppure si potevano abbattere, scontare i mutui che banche spagnole hanno concesso non riuscendo più a farsene pagare le rate, insomma qualunque cosa era meglio che dare soldi direttamente alle banche e alimentare così il contagio politico, la somma crescente di coloro che pensano si salvino le banche sempre e la gente mai.
Perfetto, non fa una piega l’articolo di Zingales. Leggiamolo tutto però e capiremo meglio perché al contagio politico non c’è facile antidoto. Le banche spagnole erano espressione della politica, ognuna curava e accarezzava un “territorio”. Cioè davano soldi facili a gente in carne e ossa: costruttori, imprese, forze “sociali”. Così come i sub prime americani sono andati a finanziare mutui a gente in carne ed ossa che si faceva la casa. La finanza assassina dell’economia ha avuto ovunque complici e “pali”: i clienti delle banche, la gente comune, le forze sociali. Certo ogni tanto, anzi ogni spesso i clienti prendono solenni e chiare fregature, ultima quella di chi ha comprato azioni Bankia calate del 72%, però il credito facile e irresponsabile le banche non se lo scambiavano tra loro, questo credito facile e irresponsabile ha contagiato decine di milioni di cittadini. I quali ora dicono: dateli a noi direttamente i miliardi che date alle banche. E Zingales in maniera meno rozza dice la stessa cosa in forma reale e fattibile: garanzia europea dei depositi bancari, cioè garanzia dei soldi della gente invece che soldi alle banche. Giusto, ma nessuno dice che quella garanzia necessaria e ormai urgente i cittadini e contribuenti europei devono essere disposti a pagarla o con minore spesa pubblica o per via fiscale. Certo che nessuno lo dice, se lo dici quelli che ti applaudono e seguono contro le banche, allora ti lasciano solo e ti bastonano pure. Il contagio politico è una somma di virus, ne tamponi uno con un antibiotico e l’altro fiorisce un organo sociale più in là.
Il contagio politico a un certo punto non lo fermi più: cresce, monta in Italia il contagio anti europa e anti euro. Bene, cosa sarebbe, cosa è l’Italia fuori da Europa ed euro? E’ un paese che produce poco e male, da venti anni ha problemi di produttività in fabbrica e in azienda e problemi di equità e giustizia nella distribuzione del reddito. Un paese di seconda fila nei comparti tecnologici, di seconda fila nel percorso di formazione. Di ultima fila quanto a corruzione generale ed efficienza della Pubblica Amministrazione…L’elenco può continuare a lungo ed è noto: alla fine dell’elenco un paese che se sta da solo è periferia decaduta del mondo. Decaduta, ancor peggio che povera. Eppure questo “antibiotico” già non funziona più. Il contagio politico avanza da destra e da sinistra, ha forme diverse e apparentemente non assimilabili: che c’entra la Santanché con il partito greco Syriza? Eppure sono lo stesso contagio. E si è già fatto senso comune, perfino elegante: Michele Serra su Repubblica gioca e condivide il moto d’animo secondo cui quei soldi dateli a noi… Il contagio politico è più forte di quello finanziario, può bastare un Schnell, Frau Merkel anche qui? Cristhine Lagarde a nome del Fmi ha dato meno di tre mesi all’Europa per salvare l’euro dal contagio finanziario. Poco tempo, massimo allarme ma si può fare. Sul contagio politico non esiste Bce, Bankitalia o Fmi che monitorizzi e dia diagrammi e slide, però la prognosi, se non vogliamo raccontar balle, è infausta: il contagio è già andato troppo in là rispetto agli “antibiotici”. E soprattutto il contagio finanziario più o meno tutti lo avversano, anche se spesso malamente. Il contagio politico invece sono già milioni e milioni che lo attendono e invocano come l’Avvento e il Messia.